Bene, e avanti!

MONS. SORRENTINO confida le sue impressioni sulla diocesi, a un anno dal suo arrivo

Domenica 11 febbraio, a partire dalle ore 21, presso la cattedrale di San Rufino si è svolta una ‘preghiera mariana’ presieduta e commentata dal vescovo mons. Domenico Sorrentino ad un anno dal suo ingresso in diocesi; è seguita una fiaccolata fino alla chiesa di Santa Maria sopra Minerva In questa chiesa che lo accolse un anno fa mons. Sorrentino si è rivolto ai tantissimi convenuti, ricordando tra l’altro che il mistero cristiano è la manifestazione del Dio amore. Le genti nel mondo avvertono che in Assisi è nato Francesco pazzo di amore. Al messaggio del Vescovo è seguita una testimonianza letta dal vicario generale mons. Orlando Gori che ha rimarcato le qualità spirituali e pastorali di mons. Sorrentino, ringraziandolo per quanto ha già realizzato e rivolgendogli un affettuoso augurio a nome di tutta la comunità diocesana. Grazie al suo dinamismo e al supporto dei collaboratori, mons. Sorrentino è stato in grado di esprimere esortazioni, consigli e giudizi circa la realtà diocesana. Dopo un anno quale conoscenza ha acquisito della diocesi? ‘Ormai l’ho girata in lungo e in largo. Ho ascoltato i sacerdoti, religiosi e religiose, tanti laici. Credo di essermi fatto un’idea abbastanza precisa. Ma sono anche consapevole che uomini e cose si conoscono bene solo alla lunga. Nella lettura della realtà pastorale, mi sta anche aiutando, oltre i collaboratori più immediati, una commissione che ho costituito per preparare la Visita pastorale e il Sinodo’. Quali aspetti vorrebbe approfondire ulteriormente? ‘Ci sono aspetti della situazione non solo diocesana, ma umbra, che ancora mi sfuggono. In molti casi sono ancora alle prime impressioni. Mi pongo domande, ad esempio, sulla tenuta della grande tradizione religiosa di questa regione, o su quella delle famiglie. Mi chiedo perché tanta scarsità di vocazioni. Sono interrogativi… Ma lasciamo tempo al tempo…’. Come valuta questa diocesi? ‘È una realtà veramente ricca di fede, santità, cultura. Sotto il profilo ecclesiale e pastorale, si è fatto un buon cammino, alla luce del Concilio Vaticano II. Devo essere grato a chi ha seminato prima di me, in particolare a mons. Goretti. Certamente si tratta di una diocesi complessa. Basti pensare al ruolo di Assisi per l’intero mondo cattolico, in forza del suo speciale rapporto con il messaggio di san Francesco. La diocesi è poi il frutto della fusione di due precedenti diocesi. Inoltre il motu proprio del Santo Padre sulle basiliche apre nuovi rapporti di collaborazione sul versante francescano. Sono tutti elementi di ricchezza, ma anche di complessità. Stiamo facendo un buon cammino di comunione, ma dobbiamo coordinarci meglio. È questo uno dei frutti che mi aspetto dal Piano pastorale che ho voluto dare alla diocesi, a partire dall’VIII centenario della conversione di Francesco. Quest’anno abbiamo messo a tema la ‘conversione’. Sarà poi la volta della ‘comunione’ e della ‘missione’. Conto poi molto sullo slancio che ci infonderà il 17 giugno la visita del Santo Padre’. Quale invito vorrebbe rivolgere alla comunità diocesana? ‘Prima che un invito, desidero dire un grazie. Grazie per l’accoglienza e per l’affetto che mi è stato ampiamente dimostrato. La diocesi ce l’ha messa tutta, per non farmi avere troppa nostalgia del ‘calore’ napoletano. L’invito è semplice: camminiamo insieme!’

AUTORE: Francesco Frascarelli