“Alla notizia della morte di Benedetto XVI, scrivo a voi per raggiungere le comunità cristiane della Diocesi. Con tutta la Chiesa affidiamo il Papa emerito alla misericordia del Dio di Gesù Cristo, a cui ha consacrato tutta la sua vita e la sua missione. Ha servito la verità, ne è stato ricercatore umile, coraggioso e appassionato; ci ha ricordato – spesso inascoltato e incompreso – la centralità della dignità umana, il significato della libertà, la grandezza dell’amore: quello di Dio e quello dell’uomo, inscindibilmente uniti. È grazie anche alla testimonianza di quest’uomo fragile e forte, che possiamo guardare avanti con la fiducia che il Signore cammina con noi e ci avvolge della sua bontà”.
Lo scrive l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, mons. Ivan Maffeis, ai sacerdoti e ai diaconi nell’apprendere la notizia del ritorno alla Casa del Padre del Papa emerito Benedetto XVI.
La preghiera del vescovo Ivan
Mons. Maffeis ha dato disposizione ai parroci affinché “in tutte le celebrazioni di sabato 31 dicembre e domenica 1° gennaio, si inserisca la seguente intenzione nella Preghiera universale: Signore, nel ringraziarti per il dono di papa Benedetto XVI, che ha presieduto nella carità la tua Chiesa, ti chiediamo di offrirgli la giusta ricompensa promessa ai fedeli operai del Vangelo, rendendolo partecipe della liturgia del Cielo”.
La gratitudine del cardinale Bassetti
“Vorrei esprimere la mia personale riconoscenza e gratitudine per il grande servizio che Joseph Ratzinger ha dato alla Chiesa universale nel corso della sua vita. Un servizio reso con grande umiltà, senza chiedere niente per sé stesso e che ha svolto per tantissimi anni assumendo molti incarichi di responsabilità: come sacerdote, come professore, come Arcivescovo, come Prefetto per la Congregazione per la Dottrina della fede e, infine, come Papa”.
Lo sottolinea il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve e già presidente delle Cei, nell’apprendere la notizia della morte del Papa emerito.
“Ricordo ancora la gioia e lo stupore – prosegue il porporato – quando, durante il suo primo saluto come Pontefice dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana, Benedetto XVI si autodefinì come ‘un semplice e umile operaio della Vigna del Signore’. Quelle parole, così sobrie e modeste, ci restituiscono appieno la cifra umana e spirituale della sua persona, ma anche il significato profondo dello spirito di servizio che ha contrassegnato tutto il suo pontificato, dall’inizio alla fine. Ricordo bene, infatti, anche la sua ultima udienza generale, quando ricordò a tutti i fedeli che se ‘soffiano i venti contrari’ è sempre il ‘vento dello Spirito Santo’ che ci guida e ci aiuta nelle avversità. Perché la Chiesa è di Dio, è ‘Lui che la conduce’”.
Il ricordo dell’anno della fede
“Tra le molte azioni pastorali del suo pontificato – afferma il cardinale –, mi preme ricordare l’indizione dell’anno della fede nel 2012, sull’esempio di quanto fece Paolo VI nel 1967. La scissione tra libertà e responsabilità, da un lato, e la profonda sovrapposizione tra desiderio e diritto, dall’altro, avevano da tempo prodotto una sorta di corto circuito morale nella società. L’anno della fede nasceva in questo contesto storico-sociale in cui il cristianesimo appariva sempre più ai margini della società contemporanea e la figura di Gesù sembrava essere diventata residuale persino nel vissuto di molti fedeli. Con la proclamazione dell’anno della fede, invece, Gesù veniva rimesso al centro del messaggio salvifico, cuore pulsante e figura imprescindibile della Rivelazione”.
Grande pensatore, autentico servitore e meraviglioso testimone
“In definitiva, Benedetto XVI – conclude Bassetti – è stato un grande pensatore cattolico, un autentico servitore della barca di Pietro e, soprattutto, un meraviglioso testimone dell’amore cristiano. Un amore che non è sceso a compromessi con il mondo e che è stato testimoniato con semplicità, purezza e mitezza”.
Suonano le campane di Orvieto-Todi
Appresa la notizia della morte del Papa emerito, mons. Gualtiero Sigismondi ha invitato le parrocchie della diocesi di Orvieto-Todi a suonare a lungo le campane di tutte le chiese e a esprimere, nella celebrazione del Te Deum, “un ringraziamento profondo – sottolinea lo stesso Vescovo – per un Pontefice che ha guidato la Chiesa con mite fortezza e si è congedato dal ministero petrino con infallibile umiltà, continuando a servirla di tutto cuore, con un vita dedicata alla preghiera e con incondizionata reverenza e obbedienza al suo successore Papa Francesco”.
La riflessione di mons. Sorrentino
“Il papa emerito Benedetto XVI non è più tra noi – scrive l’arcivescovo Domenico Sorrentino -. Lo affidiamo all’abbraccio di Dio forti delle certezze di fede che egli ha contribuito a rendere in noi profonde e luminose. Le due diocesi ‘sorelle’ di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno si uniscono nella preghiera per lui. Uomo dall’intelligenza fine, l’ha messa tutta al servizio della fede, come teologo, pastore, pontefice. Ci ha messi in guardia da una malattia mortale del nostro tempo: la ‘dittatura del relativismo’ che ci nutre di voci contraddittorie impedendoci di trovare il senso ultimo della vita. Ci ha segnalato la medicina per guarirla: lo ‘splendore della verità’, che può essere cercata a fatica, ma non può essere negata, senza che la nostra vita piombi nel non senso e nella tristezza”.
“Ci ha proposto insieme la forza rigenerante dell’amore e della speranza – continua la riflessione di mons. Sorrentino -, dandocene il segreto: Gesù, di cui egli ha disegnato i lineamenti con i suoi libri, i suoi discorsi, le sue omelie. Dietro il vigore e il rigore del pensatore, vibrava una calda umanità che si esprimeva nella discrezione e nella delicatezza con cui si concedeva al rapporto con tutti”.
Il vescovo Domenico: “Fu lui a inviarmi ad Assisi”
“Io ho avuto modo di conoscerlo – prosegue il vescovo Domenico – anche prima che diventasse Papa. Fu lui ad inviarmi ad Assisi, dove l’ho poi accolto due volte: la prima il 17 giugno 2007 per la visita pastorale a questa Città a lui particolarmente cara, anche per la sua speciale devozione a san Francesco maturata attraverso gli studi su san Bonaventura. La visita sigillò la ‘riforma’ che egli aveva appena fatto con il motu proprio Totius orbis con il quale inaugurava nella Città serafica una nuova storia di comunione e sinergia pastorale tra diocesi e famiglie francescane, che tanto bene ha prodotto in questi sedici anni. Il suo discorso nella cattedrale di San Rufino illustrò i fondamenti teologici di questa riforma, che lungi dal restringere la vocazione universale di Assisi, l’ha potenziata”.
I 25 anni dello “Spirito di Assisi” nel 2011
Mons. Sorrentino ricorda poi l’altra visita, il 27 ottobre 2011, all’insegna dello “Spirito di Assisi”, nel 25esimo anniversario dello storico incontro di preghiera per la pace vissuto insieme da San Giovanni Paolo II e dai leader delle religioni mondiali.
“Assisi guarda alla sua figura – conclude il vescovo delle Chiese assisana e folignate – con speciale gratitudine. Durante questi lunghi anni di silenzio da Papa emerito, egli ha dato uno straordinario contributo di preghiera alla Chiesa universale, continuando a guardare con affetto alla nostra Chiesa particolare, come ebbi modo di percepire nell’unica volta in cui mi è stato possibile fargli visita. Il rapporto stretto di Assisi con Papa Francesco, che fin nel nome è legato a questa Chiesa del ‘Poverello’, non ha per nulla attenuato il nostro amore per Papa Benedetto. Questi giorni speciali, tra anno trascorso e anno nuovo, sono all’insegna del ringraziamento. In tutte le chiese lo ricorderemo. Diciamo grazie per quanto ci ha dato e lo accompagniamo all’incontro con l’Eterno”.