Carceri superaffollate

Anche negli istituti di pena umbri le proteste dei detenuti e della Polizia penitenziaria

Detenuti e polizia penitenziaria protestano per le condizioni di sovraffollamento e di scarsità di personale delle carceri italiane. Anche martedì una decina di detenuti del carcere di vocabolo Sabbione di Terni hanno protestato contro il sovraffollamento nelle celle (vedi articolo a pagina 20). Una protesta simbolica. Avevano preannunciato uno sciopero della fame ma poi i detenuti che hanno rifiutato il cibo lo hanno sostituito con quello da loro acquistato. Nello stesso giorno il Sindacato autonomo Polizia penitenziaria (Sappe) ha diffuso un comunicato per denunciare il fatto che “sono arrivate a dodici le Regioni ‘fuori legge’ che hanno superato la capienza di persone detenute che l’amministrazione penitenziaria definisce ‘tollerabile’”. Nell’elenco non figura l’Umbria, che nei suoi 4 istituti di pena ospita 1.307 detenuti, al limite della capienza “tollerabile’, ma l’apertura di un nuovo settore del carcere perugino di Capanne, con l’arrivo di circa duecento nuovi detenuti, sta mettendo a dura prova il personale penitenziario, in primis la polizia, ben al di sotto dell’organico previsto, al punto che per mancanza di personale sono state sospese molte attività interne e tra queste la celebrazione domenicale della messa. “Tutte le regioni hanno ampiamente superato la capienza ‘regolamentare’, quella cioè per la quale si è stimato che un carcere possa funzionare correttamente seguendo i dettemi della nostra Costituzione” denuncia il sindacato segnalando che le statistiche sulle presenze delle persone detenute negli istituti penitenziari italiani e l’effettiva presenza di Polizia Penitenziaria, aggiornate al 31 agosto, sono disponibili sul sito internet www.pianetacarcere.it/statistiche.asp. Negli Istituti penitenziari italiani, aggiunge il Sappe, “c’è una situazione da terzo Mondo”, troppo spesso ignorata, ed è per questa ragione che vogliono far conoscere all’opinione pubblica “la reale situazione che migliaia di poliziotti penitenziari sono costretti a fronteggiare 24 ore al giorno”. “Piena condivisione” delle ragioni della protesta per le insostenibili condizione di lavoro del personale che opera negli istituiti di pena e per le difficili condizioni di vita dei detenuti è stata espressa anche dall’assessore regionale alle Politiche sociali, Damiano Stufara, durante l’incontro avuto martedì in assessorato, con i rappresentanti delle Organizzazioni sindacali della Polizia penitenziaria dell’Umbria (presenti le sigle Ugl, Sappe, Cgil Funzione Pubblica dell’Umbria e di Terni, Cisl Fns, Sinappe, Cnpp e Uil Pa). Nel corso dell’incontro l’assessore ha annunciato che la Giunta regionale si farà portavoce della situazione di grave disagio presente nei quattro istituti di pena della regione, chiedendo al ministro della Giustizia, Angelino Alfano, e al Capo dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, di concordare un tavolo ministeriale sull’emergenza in corso. Ciò a sostegno della richiesta dei sindacati degli agenti di custodia di adeguare gli organici nelle strutture carcerarie, ma anche per sollecitare congrue risorse finanziarie destinate alla sanità penitenziaria, da circa un anno trasferite al sistema sanitario regionale. ALCUNI DATIDai dati diffusi dal Sindacato autonomo di polizia penitenziaria risulta che nei quattro istituti di pena dell’Umbria (Perugia, Terni, Spoleto, Orvieto), al 31 luglio risultano presenti 1.307 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 1.127 posti e di una capienza tollerabile di 1.538. Gli stranieri sono 601, il 45,98% del totale. Sempre nei quattro istituti il personale di polizia penitenziaria previsto è di 681 e quello presente di 767. Circa la metà dei detenuti, inoltre, è in “custodia cautelare” ovvero non ha ancora condanna definitiva. I detenuti più pericolosi (sottoposti al “41bis”, al regime di “alta sicurezza” e quelli ad “elevato indice di vigilanza”, sono oltre 300 distribuiti tra il carcere di Spoleto e di Terni. Un detenuto su quattro è tossicodipendente, ma loro presenza è maggiore negli istituti di Perugia e Terni.

AUTORE: Maria Rita Valli