Carismi da valorizzare

DIOCESI. Prima fase dell’Assemblea di verifica, riservata al clero, al Consiglio pastorale e altre persone attivamente impegnate nella pastorale

Quest’anno, l’annuale Assemblea ecclesiale diocesana si terrà in due fasi, una a giugno e l’altra a settembre. La prima fase – riservata a clero diocesano, membri del Consiglio pastorale diocesano e altri laici e religiosi impegnati nelle varie attività pastorali diocesane e zonali – si è tenuta martedì 22 giugno, presso le sale parrocchiali di San Michele Arcangelo a Città di Castello. Si è trattato di un’inedita forma di sinodalità, sperimentata per la prima volta nella nostra diocesi, e che ha visto una buona partecipazione sia dal punto di vista numerico che per qualità degli interventi. L’importante assise è stata aperta dal vescovo diocesano, mons. Domenico Cancian, il quale ha tenuto sin dall’inizio a ribadire come la verifica andasse sostanzialmente svolta sulle linee pastorali Come io ho amato voi (Gv 15,12), le quali prevedevano come impegno principale l’essere e il fare comunione. E questo, ha sottolineato, “alla luce del comandamento di Gesù, sempre nel quadro delle linee-guida Rimanete nel mio amore”. Ci si proponeva di approfondire e vivere meglio il mistero della Chiesa-comunione, uno dei temi principali del Vaticano II. In quest’ottica, ha evidenziato il Vescovo, sono stati provvidenziali due eventi. Il primo è stato rappresentato dall’enciclica Caritas in veritate in quanto richiamo alla necessità di coniugare carità e verità. L’altro evento è stato l’Anno sacerdotale, visto come occasione per valorizzare il sacerdozio comune e quello ordinato. Mons. Cancian ha quindi sviluppato la sua relazione attorno ad alcune domande chiave alle quali ha chiesto all’Assemblea di dare risposte concrete. Nella prima il quesito era: “È cresciuta la spiritualità e la fraternità presbiterale?”. “Ogni cristiano non deve pensarci in modo individualistico – ha sottolineato – ma come appartenente alla comunità / comunione che è la Chiesa stessa. La Chiesa è sacramento e mistero della comunione con Dio, tra di noi e con il mondo. Una delle tendenze più negative è il ‘fare da sé’, per conto proprio”. Mons. Cancian ha fatto anche cenno al tema del rapporto tra Chiesa diocesana e parrocchia sviluppatosi sulle colonne del nostro giornale. La seconda domanda ha avuto invece al centro la partecipazione: “Quanto sono valorizzate le vocazioni e i carismi: diaconi, religiosi/e, laici, aggregazioni laicali? Non c’è ancora la tendenza a vedere semplicemente i laici come collaboratori, o semplicemente oggetto della pastorale?”. La terza domanda ha riversato invece l’attenzione sul futuro: “Siamo una Chiesa di conservazione che tende a chiudersi, a vivere del passato che quasi non c’è più – si è chiesto mons. Cancian – oppure una Chiesa attenta e coraggiosa nel confrontarsi con il Vangelo, con la nuova mentalità, creando nuove inculturazioni della fede percepibili dagli uomini di oggi? Quali segni dell’apertura profetica o della chiusura e della ripetizione nella nostra Chiesa?”. Proseguendo nell’esposizione, il Vescovo ha quindi chiesto all’assemblea, con la quarta domanda, di interrogarsi sulla qualità della collaborazione esistente a livello diocesano tra i diversi organismi che la compongono, mentre con la quinta ed ultima ha chiesto di indicare alcune priorità per il prossimo anno pastorale. Al termine della relazione introduttiva, tre laboratori costituiti da circa 20 partecipanti hanno discusso della medesima e delle relazioni presentate dai responsabili dei vari Uffici diocesani e un’assemblea conclusiva ha quindi chiuso la riunione. Sui prossimi numeri del giornale daremo conto in maniera più dettagliata di ciò che è emerso dalla medesima.

AUTORE: M. M.