Carità e verità

Una delle provocazioni della recente enciclica sociale di Benedetto XVI è lo stretto legame che pone tra carità e verità. Nel mondo ‘liquido’ del post-moderno, fra tante contraddizioni, non manca, grazie a Dio, tanto bene e tanta solidarietà. È un dato che ci invita a stare lontano dal pessimismo e dal catastrofismo. Lì dove c’è amore, siamo già nella direzione di Dio. Ma la carità rischia di perdere il suo orientamento se non si coniuga alla verità. Quando ci si rassegna al relativismo come unico orizzonte possibile, l’amore può risolversi in pura emozione, che sceglie arbitrariamente i suoi destinatari, il suo stile, la sua misura. Può succedere allora di tutto. Può accadere, ad esempio, che uno abbia tanta tenerezza per un gattino ‘ ed è un fatto bello! ‘ e coltivi poi sentimenti xenofobi a danno di fratelli e sorelle che hanno l’unica ‘colpa’ di essere nati in un altro Continente, nella povertà, e con un altro colore della pelle. Cosa manca, in questa tenerezza da gattino avvelenata dalla xenofobia? Manca la verità di una retta concezione dell’uomo, della sua dignità inalienabile, del suo posto privilegiato nell’universo rispetto al mondo materiale e animale. Se il mondo materiale e quello animale portano il ‘segno’ di Dio, l’uomo ‘ come la Bibbia insegna fin dalle prime pagine ‘ è addirittura creato ‘ad immagine’ di Dio. Gli esempi potrebbero continuare. Quando la verità è a pezzi, anche la carità segue lo stesso destino. Naturalmente, oltre il rischio di una carità a frammenti, occorre denunciare anche quello ‘i una verità affermata con presunzione e arroganza. Ciò che il Papa propone è una rivisitazione dei due concetti, in modo tale che tra essi si riconosca un’originaria alleanza. Di fronte ai grandi problemi posti dalle antiche e nuove povertà, l’enciclica ricorda il principio della coerenza, per cui ‘tutto si tiene’. La dottrina sociale della Chiesa si sviluppa a partire da fondamentali presupposti etici e antropologici, dai quali discendono precise conseguenze operative. A chi valuta questa dottrina è chiesto di non applaudire o condannare a seconda che le affermazioni corrispondano alla ‘propria’ verità, ma di tener conto della loro logica interna. Si potrà non essere d’accordo, ma occorrerà riconoscere che c’è una coerenza di fondo tra l’appello ad un’economia a vantaggio dei milioni di esseri umani provati dalla fame e la difesa della vita umana dal concepimento fino al suo naturale tramonto. Si potrà trovare ‘fastidioso’ che lo stesso Magistero che enuncia con tanto vigore il diritto ad un lavoro stabile contro la ‘de-localizzazione’ delle industrie dettata dal puro profitto sostenga anche la causa di una famiglia unita, ad onta della dominante cultura divorzista: ma come non riconoscere che un’unica linea ideale, antropologica ed etica, sostiene l’una e l’altra affermazione? Caritas in veritate: la ricerca della verità ‘ certo al riparo da integralismi, fanatismi e arroganze ‘ non è in antitesi, ma a sostegno di una carità autentica e integrale.

AUTORE: ' Domenico Sorrentino