Chiesa: love-story lunga 2000 anni

Prima visita di mons. Sorrentino a Bastia. Dopo la presentazione delle attività pastorali, è seguito un dialogo libero con i presenti. Infine il Vescovo ha descritto l'incontro con Cristo come un

Nella giornata del 5 maggio il Vescovo, mons. Domenico Sorrentino, ha per la prima volta fatto visita alla comunità di Bastia Umbra. Inoltre durante la serata ha incontrato i membri del Consiglio pastorale per conoscere meglio non solo i sacerdoti che guidano la comunità, ma anche i laici che sono al servizio di essa. Un primo momento è stato caratterizzato dalla presentazione dei vari settori in cui è divisa la parrocchia, leggendo di volta in volta delle relazioni che descrivevano le attività e le finalità che ogni gruppo persegue, durante quest’anno pastorale e nella sua intrinseca significanza. Il primo a presentare i vari gruppi e a fornire un saluto ufficiale al Vescovo è stato il vice presidente del Consiglio pastorale che, essendo membro delle Confraternite, ne ha illustrato il significato storico e l’importanza attuale nella nostra comunità. Sono seguite le relazioni del gruppo catechesi ed evangelizzazione, del gruppo della liturgia, del gruppo Caritas e del consiglio affari economici. Terminata la descrizione ufficiale della parrocchia il Vescovo si è rivolto a tutti i presenti, dicendo che chiunque avesse voluto poteva intervenire in modo spontaneo e semplice sui problemi o le particolarità di questa parrocchia, concentrando la propria attenzione soprattutto sui giovani. Così un dialogo spontaneo ha caratterizzato la seconda parte della serata, che ha visto emergere sia le problematiche sia le molte iniziative che rendono la comunità di Bastia giovane e fresca. Al termine di questo dialogo, mons. Sorrentino ha voluto lasciare le sue riflessioni e considerazioni su quanto detto e visto di questa città e su questa comunità, partendo proprio dal ringraziare il Signore per l’incontro e per la sua presenza in mezzo all’assemblea. Il Vescovo ha sottolineato come il dialogo con Dio sia centrale nella realizzazione del suo disegno su di noi e sulla comunità, per questo non si può fare nessuna programmazione, non si può essere operativi, senza partire dalla contemplazione. Il cristianesimo non nasce come un’azienda, anche se il senso del commercio e dell’affare è utile all’evangelizzazione. La Chiesa nasce dall’innamoramento perché dei giovani ebbero un colpo di fulmine presso il lago di Galilea, il loro cuore si riempì e cominciò la storia… Così Francesco, 800 anni fa, ha avuto lo stesso colpo di fulmine! Per questo il Vescovo vorrebbe che la Chiesa si riaccendesse e ritornasse al primo amore, e la strada è solo una: mettersi di fronte a Cristo per riscoprire il Tu che fa vibrare la nostra vita’ La contemplazione aiuta a fare il resto! Ecco perché tutta la comunità deve riscoprire questo sentimento; in questo modo l’evangelizzazione è diversa perché riscopre il significato profondo della buona novella e si inebria spontaneamente del movimento missionario; la liturgia riscopre il sapore dell’evento, quale è per noi la celebrazione eucaristica, che catalizza tutta la nostra attenzione; la Caritas comprende che una cosa è organizzare ed altro è comprendere il senso profondo della fraternità, con la sorpresa continua dell’altro.

AUTORE: Francesca Farinelli