Chiese, segno di una fede che non c’è più

Per una sera, ha riaperto i battenti la ex chiesa di San Francesco al Prato, a Perugia, ora trasformata in sala da concerti (ma pare che non sia ancora pronta del tutto). San Francesco al Prato è stata per secoli, un frequentato luogo di preghiera; san Bernardino da Siena vi teneva le sue prediche, anche all’aperto sul prato, dove poi è stato eretto lo splendido oratorio a lui dedicato.

È stata anche il sacrario delle grandi famiglie perugine, che vi avevano le proprie cappelle gentilizie, come i Baglioni che per la loro chiesero a Raffaello di dipingere la celebre Deposizione, ora al museo Borghese di Roma. Trasformazioni analoghe anche in museo – hanno toccato altre chiese chiuse al culto, in diverse città grandi e piccole dell’Umbria; altre ancora, specie nelle campagne, sono semplicemente abbandonate o in rovina.

Nella mia città natale sono chiuse, o comunque deserte, chiese che da ragazzo vedevo animate dai fedeli ogni giorno dell’anno, e addirittura gremite nelle maggiori festività. Ci si può consolare pensando che qualcuno adesso segue i riti sacri in televisione, ma non ci si deve illudere: la pratica religiosa è costantemente in ribasso, e se è vero che ci sono credenti non praticanti, c’è il sospetto che ci siano anche praticanti non credenti (nel senso di persone che ogni tanto prendono parte a una funzione religiosa, per abitudine o per tradizione, ma in realtà non credono).

Quasi tutti continuano a festeggiare certe ricorrenze, come il Natale e la Pasqua, ma dimenticandone il significato religioso originario. In Italia non esiste una rilevazione statistica ufficiale dei non credenti; ma in altri Paesi sì, come in Germania, Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Svizzera, e in questi la percentuale di quelli che si dichiarano non religiosi/atei varia fra il 40 e il 25%. In Olanda tocca il 57%.

Sono tutti casi di Paesi di antica tradizione cristiana, dove la religiosità tradizionale è in declino e non viene sostituita da alcuna altra religione. Dunque la crisi della religiosità riguarda essenzialmente il Cristianesimo? Il vero nemico della religiosità, nel nostro mondo, è il consumismo; l’illusione che l’abbondanza dei beni materiali (fino a che dura) risponda a tutte le domande e che perciò non vi sia bisogno di cercare altre risposte (quelle vere) nel Trascendente. I nostri occhi non sanno più vedere oltre.

LASCIA UN COMMENTO