Ci si fa coraggio e si chiede

Fondo solidarietà. Oltre 200 le richieste pervenute ai Centri di accoglienza.

Sono più di 200 le richieste di aiuto che da tutta la regione sono pervenute, in questo primo mese e mezzo di lavoro, ai sedici ‘Centri di accoglienza’ dove vengono raccolte le domande per accedere al ‘Fondo delle Chiese umbre’. I numeri delle richieste di aiuto va però ben oltre. Infatti l’iniziativa del Fondo voluto dai Vescovi umbri a sostegno delle famiglie in difficoltà a causa della crisi economica, sta facendo emergere non poche situazioni di povertà, alcune anche gravi, che non rientrano nei requisiti stabiliti per l’accesso al Fondo. Basti pensare che nella sola città di Perugia, la Caritas diocesana è intervenuta negli ultimi quindici giorni per aiutare 63 famiglie a pagare le utenze domestiche primarie, l’affitto, il mutuo, i medicinali e anche per le spese di un funerale, oltre ad aver raccolto 45 domande di accesso al Fondo di solidarietà dal 1’giugno al 12 luglio. Entro agosto i primi contributiLe prime famiglie beneficiarie del Fondo di solidarietà riceveranno il contributo entro il mese di agosto e sarà di un importo previsto fino ad un massimo di 500 euro mensili per un anno. Le domande che man mano vengono presentate dagli interessati ai Centri di accoglienza sono inviate alla ‘Commissione diocesana di solidarietà’, organo nominato dal Vescovo e presieduto dal direttore della Caritas diocesana. Questa Commissione ha il compito di procedere alla valutazione della rispondenza delle istanze presentate ai requisiti previsti e richiesti dal regolamento del Fondo, di selezionare le richieste individuate ed inviarle al giudizio del ‘Consiglio di gestione del Fondo’ (organo regionale). La attività dei Centri di accoglienza è svolta anche in collaborazione con le Acli, i sindacati ed in stretto rapporto con le parrocchie, creando una rete che aiuta non poco a centrare l’obiettivo del Fondo di solidarietà: quello di venire incontro alle famiglie in difficoltà nel più breve tempo possibile, indicando loro anche altri canali di aiuto attivati delle istituzioni civili locali. Aiuti oltre al FondoI nuclei familiari che non dovessero rientrare nei requisiti fondamentali per accedere al Fondo, vengono aiutati comunque dalle Caritas diocesane, come del resto fanno da anni grazie alla generosità delle comunità parrocchiali, di non pochi privati benefattori e all’8 per mille della Chiesa cattolica. Ad esempio, la Caritas diocesana di Perugia, la prima ad essere stata istituita (1976), opera in questa direzione soprattutto con il suo Centro di ascolto, che quest’anno compie venti anni (il 4 dicembre). La sua responsabile, l’assistente sociale Stella Cerasa, ritiene valida l’iniziativa del Fondo di solidarietà: ‘Pur essendo, questo Fondo, legato alla disoccupazione, quindi rivolto a nuclei familiari con persone in età lavorativa ‘ commenta la responsabile Caritas ‘, è riuscito, insieme al particolare momento di crisi, a far trovare il coraggio a diversi anziani di chiedere aiuto alla Caritas. Aiuto che non gli sarà negato, anche se i loro casi non rientrano nei requisiti’ (vedi box in pagina, ndr). ‘Per meglio coordinare gli interventi e nel più breve tempo possibile a favore di chi potrebbe essere in possesso dei cinque requisiti ‘ conclude Cerasa ‘, invitiamo i parroci e i responsabili delle Caritas parrocchiali, ai quali si rivolgono non poche famiglie in difficoltà, di contattare gli operatori degli stessi Centri di accoglienza prima di inviarvi le famiglie per presentare la domanda’.

AUTORE: Riccardo Liguori