Cinema dell’anima, a Perugia dal 14 al 20 settembre un festival controcorrente e singolare

È stato presentato il 13 settembre il programma di “Cinema dell’anima” Festival in programma da Perugia dal 14 al 20 settembre (in spazi quali il chiostro della Cattedrale di San Lorenzo, la sala San Francesco della curia arcivescovile, la chiesa di sant’Agata). La rassegna promossa da CineMa’ Cinema dell’Anima, in collaborazione con Genesi, l’associazione Frammenti e patrocinata dall’Arcidiocesi e dal Comune di Perugia, vuole tornare a parlare senza timidezze di quella parte dell’essere umano che più di tutte dovrebbe caratterizzarlo, appunto l’anima. Una parte che invece il nostro tempo ha lasciato cadere e relegare a parola resa vuota e inerte come la spoglia di una cicala: così scriveva Giovanni Testori protagonista di una delle serate perugine.

Ma cosa vuol dire parlare di anima attraverso il cinema nel 2023?  Viviamo o no in un momento storico in cui gli orizzonti dell’intelligenza artificiale sembrano ridurre la stessa dimensione creativa e spirituale a meccanismo riproducibile, a robotica combinazione di elementi numerici?

Abbiamo cercato in ogni parte del corpo l’anima: non l’abbiamo trovata, grida il protagonista del Faust di Sokurov, opera somma ispirata al poema di Goethe. Un concetto così ineffabile è adeguatamente raccontato da un’arte prettamente visiva e materiale come quella del regista? L’idea degli organizzatori è che il grande cinema nasca sempre da un’idea capace di smuovere le coscienze nel profondo e che sia insomma molto più spirituale ed intima di quanto si creda.

Sokurov, Zanussi, Majewski sono tre registi sommi della nostra epoca che, come i grandi maestri del passato (Dreyer, Bergman e Tarkovskij su tutti), stanno a dimostrare in modo persuasivo questo assunto. Un russo e due polacchi (entrambi eccezionalmente presenti a Perugia, mentre Sokurov non potrà partecipare per gli eventi bellici tristemente noti). E Russia e Polonia sono due paesi che oggi, incredibilmente, sembrano sul punto di scontrarsi di nuovo per effetto del maledetto conflitto russo – ucraino. Eppure si tratta di culture accomunate da una profonda ispirazione spirituale come sta a dimostrare la loro grande arte (le icone di Rublev), letteratura (Dostoevskij), cinema (Kiewslovski e Tarkovskij) e tante tradizioni speciali come quella di un peculiare culto mariano.

Il programma di Cinema dell’anima

Ad aprire Cinema dell’anima, giovedì 14 settembre, il capolavoro di Sokurov Faust (2011) presentato dal critico Massimo Nardin (alle 21.15). Nella versione del cineasta russo emerge un dottor Faust quale inquieto e inquietante indagatore anatomista che, pur fedele alla resa storica goethiana, si mostra e si urla come testimone veridico della contemporaneità materialistica. Che solo l’amore puro per una giovane è in grado di piegare, malgrado la volontà demoniaca, verso le aperture celesti.

Doppio appuntamento venerdì 15, con la presentazione alle 17.30 del libro di Paolo Ruffini Comunicazione e reciprocità, analitica riflessione sulle problematiche dei mass media che rischiano di diventare alienanti. Alle 21.15 altro film di Sokurov, Fairy tale, fiabesco apologo disegnato sulle dittature del ‘900. Sabato 16 è all’insegna di Krzyzstov Zanussi. Il regista sarà presente alle 17.30 in una masterclass (L’anima nel cinema di Kiewslovski e Zanussi) e con due film, Etere e Voci interiori che si presentano come sue classiche meditazioni sulla dialettica scienza e spiritualità.

Il 17 settembre è dedicato a Giovanni Testori, scrittore di cui ricorre il secolo dalla nascita. Dopo Rosso come il cielo, pellicola di Cristiano Bortone sulla cecità di un montatore del suono, verrà proiettato un documentario su Testori di Luigi Boneschi e saranno letti passaggi delle sue opere da Stefano Grillo e Marta Calzoni accompagnati dalla musica di Gabriele Sagone. Giovanni Testori (critico d’arte, pittore, poeta, narratore, drammaturgo, ispiratore del memorabile Rocco e i suoi fratelli viscontiano)  è stato uno dei rari intellettuali decisamente cristiani e religiosi del nostro tempo. Lo è stato nel suo modo originale e scandaloso dove l’appello a Dio si confonde coi toni dell’invettiva; e in cui la riflessione sui falsi lumi di un’epoca gaudente fa intravedere le miserie del nichilismo intimamente agonizzante che la pervade. La densa domenica perugina sarà conclusa da I colori della passione di Lech Majewski, opera che prende spunto da un celebre dipinto di Brueghel dove appare che la Passione,in realtà, non finisce mai di ripetersi. Il regista polacco sarà in campo lunedì 18  con una masterclass sul suo cinema visionario di cui offrirà un saggio serale (alle 21.15) il film Onirica, paradossale traduzione contemporanea del poema dantesco sospeso tra caduta e riscatto dopo la morte.

Martedì 19 alle 21.15 il pubblico perugino potrà assistere al capolavoro di Ingmar Bergman Il settimo sigillo, opera suprema sul destino umano in cui la morte si manifesta come perfido giocatore di scacchi. Altro gioiello il giorno seguente con Ordet di arl . Theodor Dreyer, parabola sulla parola della fede che compie su una bambina il miracolo più grande che esista: la resurrezione. Chiusura serale con Tarkovskij cinema prayer, film documentario che illustra splendidamente i percorsi del grande autore russo.

Un cartellone, che proporrà una serie di appuntamenti appassionanti, che gli organizzatori hanno inteso promuovere nel capoluogo umbro nel corso dell’anno celebrativo del Perugino, in un contesto storico e monumentale che già di per sé illustra le prerogative di una regione culturalmente forte e votata al sacro.

 

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