Come gestire le “differenze”

FEDE & CULTURA. Incontro sul dialogo interreligioso promosso dalla locale sede del Rotary club

Uno degli obiettivi che si prefigge da sempre il Rotary club è quello della pace tra i popoli; così, lo scorso venerdì, il club tifernate ha organizzato un incontro sul dialogo interreligioso in merito al quale sono intervenuti don Achille Rossi, collaboratore dell’ufficio Cultura e comunicazioni sociali della diocesi, e il prof. Marco Gallizioli dell’Università degli studi di Urbino. L’incontro è stato aperto da Michele Gambuli, attuale presidente del Rotary club di Città di Castello, che ha spiegato come la cultura della pace vera si basi sul dialogo, e che proprio l’impegno per tentare di costruire un dialogo, e quindi la pace tra le varie culture, sia uno degli impegni che premono di più a tutti gli iscritti.Il microfono è dunque passato a don Achille il quale ha fatto notare come la politica della globalizzazione assieme alla tecnologia, oggi, abbiano messo le culture a confronto come mai era successo prima. “Se si guarda alla storia – aggiunge il parroco di Riosecco – esistono tre modi per gestire le differenze con cui si viene a contatto: eliminandole, omologandole o ascoltandole”. Il presbitero, poi, citando il Concilio Vaticano II, con la dichiarazione Nostra Aetate, e l’incontro voluto nel 1986 da Papa Giovanni Paolo II ad Assisi, introduce l’intervento del prof. Gallizioli, a cui viene domandato se dopo questi avvenimenti ci sia stata un’apertura al dialogo tra le religioni. Per il professore, questi due eventi sono sì stati come “due cambi di marcia” ma da soli non bastano per cambiare le opinioni così radicate da secoli nella nostra cultura. “Sono bastati gli eventi del 2001 – spiega Gallizioli – perché le nostre ambizioni si siano dimostrate modeste e incapaci di far fronte al ‘linguaggio’ di opposizione che fa parte della nostra tradizione”. In un altro intervento il professore afferma poi che le religioni dovrebbero ammettere le loro responsabilità davanti alle sofferenze, e che sarebbe bene distinguere tra fede e religione. Perché – viene spiegato – se un dialogo tra religioni in quanto istituzioni risulterà sempre difficile, d’altra parte il dialogo tra due fedeli, e le loro esperienze di fede, risulterebbe utile in quanto ogni esperienza religiosa è “tutto” per il credente di qualsiasi religione. Concludendo l’incontro, Gallizioli afferma che, se si volesse veramente creare un dialogo, dovremmo “metterci nei panni dell’altro” creando un’empatia con lui.

AUTORE: Francesco Orlandini