Continua l’emorragia dei posti di lavoro

Le risorse della cassa integrazione stanno per finire. La Cgil umbra mobilita 2.000 persone per la protesta a Roma

Sono i numeri dei posti dei lavoro in bilico – o già persi – ad impressionare. E a tratteggiare, impietosamente, il volto della crisi economica in Umbria. La Cgil ha mobilitato quasi 2 mila lavoratori, che si sono spostati con mezzi propri o in autobus, per raggiungere Roma sabato scorso per la manifestazione nazionale. Le storie più difficili, di lavoro perso o quasi, arrivano dalla Merloni (fra i 2 e i 3 mila operai, indotto compreso), dal polo chimico ternano (ex Montedison, oggi rappresentato soprattutto da Meraklon, Yara, Basell e Novamont: 800 persone), dalla Seas di Umbertide (250 posti), dall’Emicom di Massa Martana e Terni (120 posti), dalla Limoni-Cosmologic (60 posti). Ma l’allarme è alto anche alle Grafiche Benucci di Perugia, alla Cosp Tecnoservice di Terni, alla Trafomec di Panicale, alla spoletina Mazzoni e alle folignati Oma e Umbria Cuscinetti. La cassa integrazione ordinaria sta per finireGli ammortizzatori sociali stanno funzionando correttamente, ma sono quasi agli sgoccioli; in Umbria, nel loro circuito orbitano attualmente fra le 16 mila e le 18 mila persone. Non tutte le aziende possono poi accedere alla cassa integrazione straordinaria. Quelle piccole, in crisi, iniziano a licenziare. “Continua l’emorragia dei posti di lavoro – dichiara il segretario della Cgil di Perugia, Mario Bravi. – Nella provincia, senza considerare il caso Merloni, 62 aziende metalmeccaniche fanno cassa integrazione. Mille sono i posti di lavoro persi in edilizia e la crisi si allarga dall’industria verso settori del commercio e dei servizi”. Nel Ternano le cose non vanno meglio. Maria Rita Paggio è la segretaria provinciale della Cgil di Terni: “A settembre – dichiara – le aziende della provincia di Terni che hanno fatto richiesta della cassa integrazione sono state ben 110: il numero dei lavoratori interessati dal provvedimento è di circa 4 mila, sui 7.386 occupati di queste aziende. Inoltre abbiamo 412 lavoratori in mobilità o licenziati e 379 con legge 236, quella per gli interventi urgenti a favore dell’occupazione. Da noi – conclude – spicca poi la vertenza della chimica: sono 800 i lavoratori che rischiano il posto”. Cgil: “Seimila posti in meno” La Cgil ricorda che la crisi ha distrutto in Umbria 6 mila posti di lavoro, da febbraio in poi. Il tasso di occupazione è sceso dal 65% al 63, ben sotto la media del Centro-Nord e lontano dall’obiettivo di Lisbona del 75%. Preoccupa anche il numero di aziende in cassa integrazione in deroga, strumento che “racconta” di crisi strutturali: sono già 1.000 in Umbria e il numero cresce. Considerando anche la cassa integrazione ordinaria, si arriva alla cifra di 2.500 aziende coinvolte.

AUTORE: Paolo Giovannelli