Dipendenti e dipendenze

LAVORO. Seminario su alcol e droga

Il 10 luglio si è tenuto un seminario promosso dalla sezione Alta Valle di Confindustria Perugia sull’uso di alcol e droga sui luoghi di lavoro. Presenti vari imprenditori, e seguiti con attenzione e partecipazione gli interventi in programma. Il dott. Farabi, segretario regionale dell’Associazione nazionale dei medici di azienda, ha messo in rilievo come negli ultimi due anni siano entrate in vigore due nuove normative riguardanti l’uso di alcol all’interno dei posti di lavoro nonché la possibilità di controllo dei lavoratori anche per quanto riguarda le droghe. Si è soffermato dettagliatamente sulle conseguenze dell’abuso di alcolici, chiarendo quando, nell’assunzione delle bevande alcoliche, si possa parlare di abuso; e ha ribadito l’assoluta negatività di assunzione di droghe, di qualsiasi genere. Il dott. Miscetti, responsabile Prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro dell’Asl 2, ha analizzato le normative tese sia a garantire direttamente la sicurezza del lavoratore, sia ad impedire che in uno stato di alterazione questi possa nuocere ad altri. Ha esaminato quindi le varie attività di carattere produttivo o sociale, nelle quali possa essere richiesto dal datore di lavoro, dopo l’assunzione, il controllo del lavoratore. L’avvocato D’Elia, coordinatore dell’Avvocatura regionale Inail umbra, ha trattato dei vari casi in cui l’Inail è tenuto a intervenire, con quali modalità e in che misura. Terminando con il sottolineare la necessità che le aziende seguano la normativa antinfortunistica e ricordando che l’Inail non assicura contro il danno morale. Molte le domande dei presenti tese ad approfondire ulteriormente gli argomenti esposti. L’esigenza di normative che riguardano possibilità di controlli nell’ambito del lavoro dipendente porta inevitabilmente a considerare una realtà che si evidenzia sempre più intorno a noi. E che sfugge ad ogni possibilità di controllo, se non quello che viene dal proprio io e dalla propria coscienza morale: alcol e assunzione di droghe, causa pressocché quotidiana di incidenti mortali. La cronaca li registra comunicandoci fatti e nomi; di giovani, per lo più, le cui vite si spengono in un modo incredibile, assurdo. Ci si pone un disperato ‘perché’ che quasi sempre non ha risposta, anche indagando in autoconfessioni, come è accaduto per la giovane tifernate morta di recente per overdose. Sociologi ed esperti in campo psicologico ricercano le radici del male, che affondano senza dubbio in una mancanza di accettazione di valori, primo fra gli altri il rispetto per la vita, propria e altrui. Aiutare i giovani a trovare questo dovrebbe essere oggi una sfida per chiunque abbia modo di agire in contatto con loro.

AUTORE: Eleonora Rose