Discernimento sull’islam

Incontro con il giornalista Zanzucchi, autore di un reportage sul mondo musulmano

Martedì 9 maggio, presso l’aula magna del Liceo classico di Città di Castello, si è svolto un interessante incontro-dibattito in occasione della presentazione del volume L’islam che non fa paura del giornalista Michele Zanzucchi (edizioni Paoline, pp. 212, 16 euro). Il dibattito, promosso dall’ufficio diocesano per le Politiche sociale e del lavoro, e primo di una serie di appuntamenti dal titolo ‘Areopago memoria cultura incontro’, è stato introdotto da Massimiliano Marianelli, direttore di tale ufficio. ‘L’areopago – ha illustrato Marianelli, riferendosi all’episodio paolino – è un cenacolo di discussione e vuole essere un luogo di dialogo per tentare di discutere più in profondità della nostra storia, della nostra tradizione e della nostra realtà sociale’. Successivamente la parola è passata a don Francesco Mariucci, redattore tifernate de La Voce, che ha intervistato Zanzucchi, così da far emergere dalle sue risposte il significato e il senso del suo libro. ‘L’islam – ha esordito Zanzucchi – si declina in realtà al plurale: non c’è il musulmano ma ci sono i musulmani. Come infatti esiste un islam moderato, così v’è un islam che fa paura, quello che ruota attorno al terrorismo e che deve essere debellato’. Il volume è una specie di reportage tra i principali paesi islamici del pianeta, a contatto con i maggiori leader religiosi e con la miseria e la povertà delle persone che vivono in questi paesi. Cosa è avvenuto dopo l’11 settembre 2001? domanda don Mariucci. ‘Da quella data – argomenta Zanzucchi – è emerso un problema non irrilevante in Europa: il problema della sua identità. Dinanzi alla minaccia del fondamentalismo islamico, e di fronte al fenomeno dell’immigrazione dai paesi islamici, l’Europa non ha salvaguardato la sua identità storico-religiosa, nonostante gli appelli del Papa e di vari intellettuali, anche non credenti’. Sul problema più spinoso, quello della guerra santa, Zanzucchi spiega che ‘questo problema è presente sia nella Bibbia sia nel Corano. Ma, mentre l’esegesi biblica ha preferito col tempo il Dio dell’amore neotestamentario al Dio degli eserciti veterotestamentario, l’esegesi del Corano varia col variare delle scuole e non è pervenuta a una totale esecrazione del jihad’. Il dibattito, che più volte è tornato sul problema dell’identità europea, sfiorando quello della democrazia nei Paesi a regime dispotico, si è chiuso con alcuni interessanti interventi.

AUTORE: Saverio Freddi