Domenica giorno dell’eucaristia

Villa Sacro Cuore. Appuntamento sull'eucarestia esaminata a livello biblico, teologico, morale e antropologico

A pochi giorni dalla conclusione del Congresso eucaristico nazionale, la diocesi di Città di Castello è tornata a riflettere sul significato della domenica e della celebrazione eucaristica. Lo ha fatto domenica 12 giugno, presso Villa Sacro Cuore, dove alla presenza del vescovo mons. Pellegrino Tomaso Ronchi si è tenuto l’incontro La domenica, giorno dell’Eucarestia, promosso dalla Scuola diocesana di formazione teologica. Il tema è stato affrontato analiticamente a livello biblico, teologico, morale e antropologico attraverso quattro interventi di alto spessore. Dopo il saluto del vescovo, don Nazzareno Marconi ha relazionato l’argomento a livello biblico, partendo dalla definizione giovannea di domenica come ‘il giorno dopo il sabato’. ‘Il sabato ebraico e la domenica cristiana – ha argomentato il biblista – non sono la stessa cosa: vi è un superamento (quasi nel senso di aufhebung hegeliano, togliere per conservare) del sabato ebraico nella domenica cristiana. Il sabato l’uomo è chiamato a fermarsi per far spazio a Dio, così che, nel tempo dell’uomo, l’uomo entra nell’eternità. Mentre la domenica è il giorno del Signore donato all’umanità, il giorno in cui il Risorto entra nel tempo. Fulcro della settimana è la domenica, da cui promanano come ipostasi gli altri giorni. Il mistero della domenica, giorno del Signore risorto, è il mistero dell’eucarestia: sacramento di un nutrimento, sacramento di un sacrificio, e sacramento escatologico’. Successivamente don Romano Piccinelli, direttore della Scuola diocesana di formazione teologica, ha parlato dell’Eucarestia domenicale a livello teologico-dottrinale. ‘Nelle lettere paoline – ha puntualizzato il teologo – l’Eucarestia è chiamata synÈxis e, nei testi antichi, anche ekklesÈa: entrambi i termini significano ‘assemblea, riunione’. Anche i Padri della Chiesa meditano su questo concetto di unità: si pensi ad Agostino, per il quale l’Eucarestia è signum unitatis et vinculum caritatis’. Da ciò le necessarie conseguenze teologico-pastorali: ‘la celebrazione eucaristica è comunione, communio della Chiesa, banchetto del popolo di Dio radunato da Cristo in un luogo, in un preciso tempo’. Dopo la pausa, il risvolto morale della domenica è stato delineato da don Giovanni Cappelli. Basandosi sul codice di diritto canonico, egli ha spiegato le modalità attraverso cui il fedele deve santificare il giorno festivo. ‘Il precetto domenicale – ha detto don Cappelli – afferma la necessità della partecipazione attiva dei fedeli alla celebrazione eucaristica. In linea generale è opportuno recarsi nella propria parrocchia, confessarsi prima di ogni comunione, e soprattutto ricevere l’Eucarestia sempre. Poi, siccome il giorno del Signore non finisce con la messa, la parte restante della giornata va trascorsa in modo da segnare una netta cesura con le attività svolte negli altri giorni’. L’intervento finale di don Paolino Trani è stata una riflessione di antropologia, per così dire, negativa. ‘Oggi – ha risposto don Trani – l’organizzazione del lavoro è anti-eucaristica: un esasperato individualismo soffoca il bisogno di relazionarsi, perdendo il senso comunitario. Per questo è opportuno recuperare il valore della relazione. Essere è essere insieme. Ma è necessario rivedere anche l’idea di Dio come relazione: la Trinità’.

AUTORE: Saverio Freddi