Dove va l’agricoltura

Crisi del settore, dinamiche del territorio, opportunità: intervista al presidente di Coldiretti Perugia

In base a dati Istat dell’ultimo Censimento generale dell’agricoltura 2010, il settore agricolo, in Umbria, perde nel giro di un decennio un terzo della sua forza lavoro, con un calo del 30,1%. Un settore che appare ancora caratterizzato dalla prevalenza della manodopera familiare: il 79,9%, su un totale di 36.201 aziende presenti sul territorio regionale. Solo il 7,7% delle aziende ricorre all’impiego di manodopera extrafamiliare. Dal 2000 ad oggi si è registrata una diminuzione del 30,4% nel numero delle aziende agricole (15.834 in meno) mentre, per converso, si è assistito ad un incremento nel valore della superficie media delle aziende (28,7%) e dei giovani agricoltori: il 17,3% delle aziende agricole è condotto da giovani under 35, in possesso di laurea e diploma in ambito agrario.

“L’agricoltura in Umbria risente della crisi generale – spiega il presidente di Coldiretti Perugia, Luca Panichi – come l’agricoltura nazionale e come tutti i settori produttivi. L’impresa agricola umbra può sopravvivere nella misura in cui ha un approccio multifunzionale e di filiera corta, oltreché i necessari supporti di finanziamento. La multifunzionalità significa che non solo fa prodotti agricoli, ma che si differenzia e integra il reddito con altre attività collaterali, come l’accoglienza turistica rurale, o le energie alternative (biogas e fotovoltaico). La filiera corta vuol dire che si passa dal produttore al consumatore senza intermediazioni. Questo presuppone che la coltivazione sia intensiva e non estensiva, insomma di qualità. Solo così l’agricoltura umbra può produrre redditi e occupazione, e devo dire che le nostre aziende hanno già raggiunto una piena consapevolezza della cosa”.

Nell’ambito del Piano di sviluppo rurale 2007-2013, in Umbria i giovani imprenditori agricoli hanno investito circa 140 milioni di euro in strutture aziendali e macchinari, puntando, soprattutto, sul settore agroalimentare (42,4%). In tale contesto si inseriscono le iniziative promosse negli ultimi anni dalla fondazione “Campagna amica”, progetto nato nel 2008, che intende valorizzare la qualità delle produzioni tipiche ed il loro legame con la storia, la cultura e le tradizioni locali. “Se sul territorio regionale – afferma Panichi – un’azienda su tre, che fa vendita diretta ai cittadini, ha scelto di produrre, ad esempio, olio extravergine d’oliva, occorre sostenere questo fenomeno attraverso i mercati degli agricoltori o le iniziative di promozione, ma anche informare i consumatori sulla nuova etichettatura d’origine dell’olio che impedisce truffe e concorrenza sleale, e aiutarli a riconoscere il vero made in Umbria”. Secondo una recente indagine Coldiretti, le aziende agroalimentari umbre guidate da giovani possiedono una superficie complessiva di oltre il 54% del territorio (9,4 ettari rispetto alla media nazionale di 6,1) ed un fatturato medio del 75% (18.720 euro rispetto alla media nazionale di 10.680). Educazione alimentare nelle scuole, realizzazione di fattorie didattiche, sviluppo del turismo rurale sono soltanto alcuni dei progetti futuri che Coldiretti intende ampliare e sviluppare. “Le imprese agricole umbre condotte da giovani – conclude – per difendere il grande patrimonio agroalimentare locale, saranno chiamate sempre più nel futuro ad infondere nella società e nei consumatori quei valori di fiducia e sicurezza, legati alla trasparenza dei processi produttivi e alla tracciabilità delle produzioni. Come Coldiretti, continueremo con il nostro impegno in termini di consulenza e di informazione, per aumentarne competitività e redditività”.

AUTORE: In base a dati Istat dell’ultimo Censimento generale dell’agricoltura 2010, il settore agricolo, in Umbria, perde nel giro di un decennio un terzo della sua forza lavoro, con un calo del 30,1%. Un settore che appare ancora caratterizzato dalla prevalenza della manodopera familiare: il 79,9%, su un totale di 36.201 aziende presenti sul territorio regionale. Solo il 7,7% delle aziende ricorre all’impiego di manodopera extrafamiliare. Dal 2000 ad oggi si è registrata una diminuzione del 30,4% nel numero delle aziende agricole (15.834 in meno) mentre, per converso, si è assistito ad un incremento nel valore della superficie media delle aziende (28,7%) e dei giovani agricoltori: il 17,3% delle aziende agricole è condotto da giovani under 35, in possesso di laurea e diploma in ambito agrario. “L’agricoltura in Umbria risente della crisi generale – spiega il presidente di Coldiretti Perugia, Luca Panichi – come l’agricoltura nazionale e come tutti i settori produttivi. L’impresa agricola umbra può sopravvivere nella misura in cui ha un approccio multifunzionale e di filiera corta, oltreché i necessari supporti di finanziamento. La multifunzionalità significa che non solo fa prodotti agricoli, ma che si differenzia e integra il reddito con altre attività collaterali, come l’accoglienza turistica rurale, o le energie alternative (biogas e fotovoltaico). La filiera corta vuol dire che si passa dal produttore al consumatore senza intermediazioni. Questo presuppone che la coltivazione sia intensiva e non estensiva, insomma di qualità. Solo così l’agricoltura umbra può produrre redditi e occupazione, e devo dire che le nostre aziende hanno già raggiunto una piena consapevolezza della cosa”. Nell’ambito del Piano di sviluppo rurale 2007-2013, in Umbria i giovani imprenditori agricoli hanno investito circa 140 milioni di euro in strutture aziendali e macchinari, puntando, soprattutto, sul settore agroalimentare (42,4%). In tale contesto si inseriscono le iniziative promosse negli ultimi anni dalla fondazione “Campagna amica”, progetto nato nel 2008, che intende valorizzare la qualità delle produzioni tipiche ed il loro legame con la storia, la cultura e le tradizioni locali. “Se sul territorio regionale - afferma Panichi - un’azienda su tre, che fa vendita diretta ai cittadini, ha scelto di produrre, ad esempio, olio extravergine d’oliva, occorre sostenere questo fenomeno attraverso i mercati degli agricoltori o le iniziative di promozione, ma anche informare i consumatori sulla nuova etichettatura d’origine dell’olio che impedisce truffe e concorrenza sleale, e aiutarli a riconoscere il vero made in Umbria”. Secondo una recente indagine Coldiretti, le aziende agroalimentari umbre guidate da giovani possiedono una superficie complessiva di oltre il 54% del territorio (9,4 ettari rispetto alla media nazionale di 6,1) ed un fatturato medio del 75% (18.720 euro rispetto alla media nazionale di 10.680). Educazione alimentare nelle scuole, realizzazione di fattorie didattiche, sviluppo del turismo rurale sono soltanto alcuni dei progetti futuri che Coldiretti intende ampliare e sviluppare. “Le imprese agricole umbre condotte da giovani - conclude - per difendere il grande patrimonio agroalimentare locale, saranno chiamate sempre più nel futuro ad infondere nella società e nei consumatori quei valori di fiducia e sicurezza, legati alla trasparenza dei processi produttivi e alla tracciabilità delle produzioni. Come Coldiretti, continueremo con il nostro impegno in termini di consulenza e di informazione, per aumentarne competitività e redditività”.