Educatori: “con-duttori”

Incontro “Raccogliamo la sfida educativa?” organizzato dalla Pastorale scolastica diocesana

Lo scorso martedì sera la Pastorale scolastica diocesana, con il suo responsabile Alessandro Manfucci, ha organizzato un incontro dal titolo “Raccogliamo la sfida educativa?”, in merito al quale, oltre al vescovo Domenico Cancian, è intervenuto il prof. Giovanni Carlotti, docente di Fisica della materia presso l’Università degli studi di Perugia, e presidente del Cresu. Dopo una breve introduzione di Alessandro Manfucci, il Vescovo ha ricordato a tutto l’uditorio l’importanza di incontri del genere, visto che nel decennio 2010-2020 la Chiesa italiana si è impegnata ad affrontare l’emergenza educativa. Cancian, poi, ha espresso il desiderio di poter proporre iniziative di questo tipo per affrontare un tema così complesso e importante. “Gli insegnanti e tutti coloro che lavorano nell’ambito dell’educazione – ha affermato il prelato – potrebbero ritrovarsi insieme in più e più appuntamenti per affrontare meglio questa emergenza educativa, che riguarda tutti noi. Dobbiamo inoltre ricordare che Dio ci si presenta come un educatore, perché non è possibile generare senza educare, e inoltre che con Gesù ci ha proposto la ‘vita buona del Vangelo’, portandoci dei valori base molto importanti per l’educazione”. Carlotti, quindi, dopo aver cercato di centrare il tema della serata, indicando cosa si può intendere per sfida educativa, e portando numerosi esempi tratti dalla vita quotidiana e dalla sua esperienza, ha esposto in quattro punti i modi con cui un educatore dovrebbe rapportarsi ai ragazzi. Partendo dal termine “educare”, il prof. Carlotti ha presentato altre parole a questa connesse. “Educare – ha dichiarato l’ospite – deriva da ex-ducere, e indica come gli educatori dovrebbero incoraggiare i ragazzi a tirare fuori da loro stessi tutto quello che c’è di buono in loro”. “Poi dobbiamo considerare intro-ducere – ha aggiunto l’esperto – perché spesso dimentichiamo di introdurre i ragazzi all’interno di una storia familiare e civica. E cum-ducere, perché è necessario condurre i ragazzi e stare con loro, non pensando che, se hanno tante possibilità a disposizione e tanti strumenti, siano capaci da subito di usare questi ultimi e di poter giostrarsi da soli nel mondo. Ogni educatore – ha infine concluso il docente – deve stare attento a non cadere nella tentazione di se-ducere. Perché molti genitori ed educatori oggi tendono a sedurre i propri bambini per avere delle gratificazioni da loro. Un atteggiamento sbagliato, questo. Bisognerebbe invece pensare che ogni educatore debba limitarsi al suo compito, che è quello di insegnare ai ragazzi le basi fondamentali affinché un giorno siano in grado di essere indipendenti”.

AUTORE: Francesco Orlandini