Elettori attivi

La diocesi pubblica il documento 'I cristiani e l'impegno politico'. I commenti

Un vivace, poliedrico dibattito è sorto nel mondo politico locale all’indomani della diffusione del documento I cristiani e l’impegno politico, redatto congiuntamente dall’Ufficio per i problemi sociali, il lavoro, la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato e dall’Ufficio cultura e comunicazioni sociali della diocesi di Città di Castello. Il documento, che contiene una serie di riflessioni sull’agire politico proprio a ridosso della prossima tornata elettorale di giugno, si connette direttamente all’esperienza triennale della scuola di formazione politica e sociale Agorà: una scuola, promossa dello stesso Ufficio per i problemi sociali, che ‘ha tentato di porre la comunione ecclesiale al di sopra del bipolarismo politico e delle specifiche appartenenze di parte’. Il documento si articola in tre parti: partecipazione e bene comune; lavoro e sviluppo economico; i cristiani e l’impegno politico. I contenutiI cattolici – specifica il documento tifernate condividendo una dichiarazione analoga redatta dalla diocesi di Cremona – non sono un serbatoio di voti, ma ‘un bacino fecondo di idee, progetti e energie atti a contribuire all’animazione delle città e del Paese, capaci di ispirare le attività umane ai principi del Vangelo’. L’auspicio è che i cristiani impegnati in politica e nel sociale ‘siano testimoni di Cristo e si impegnino nella vita politica traendo costantemente ispirazione dalla dottrina sociale della Chiesa’. Occorre reimpostare il patto eletto-elettore: infatti è opportuno che ‘almeno nella nostra realtà gli eletti si rendano disponibili a un confronto con i propri elettori’, attraverso un ‘confronto periodico, per tutto il mandato, su temi di attualità, e anche come occasione di confronto sui temi per i quali è stato chiesto un mandato di rappresentanza’. Gli elettori, d’altro canto, dovranno mettere ‘in comune e a disposizione ‘ anche dell’eletto ‘ le proprie competenze, ‘partecipando attivamente’ e contribuendo al superamento di personalismi e autoreferenzialità, per un autentico servizio al bene comune della città’. Come ha giustamente evidenziato Pierluigi Grasselli (docente di economia nell’Università di Perugia) nel corso di una lezione di Agorà, sviluppo, persona, bene comune e democrazia sono strettamente correlati: infatti ‘lo sviluppo richiede un progetto (bene comune) che deve essere condiviso (democrazia). Lo sviluppo (il bene comune) è per la persona, le persone (secondo cui la socialità, la ricchezza, la razionalità relazionale) realizzano il bene comune’. Nel far questo è indispensabile ‘abbassare il livello di conflittualità presente nel dialogo politico’, come ha detto Antonio Baggio nella lezione inaugurale al corso di Agorà 2008. Dato che soltanto una piccola parte dei problemi di oggi corrisponde a problemi reali, è ‘essenziale per una partecipazione tesa al bene comune’ abbassare ‘il livello di conflittualità inutile, spesso espressione di personalismi esasperati’. Dinanzi a una cieca e spregiudicata finanza mondiale, causa dell’attuale depressione economica, il documento chiede una ‘riflessione profonda sugli stili di vita insostenibili che l’attuale capitalismo finanziario ha determinato’, ripensando agli esempi significativi offerti dalla tradizione cristiana, che vanno dall’esperienza dei Monti di pietà a quella delle banche di credito cooperativo. Occorre far fiorire ‘imprenditori e banchieri animati da scopi più grandi del solo profitto’: infatti ‘senza questi nuovi attori non ci sarà democrazia, né economica né politica’. Sull’impegno dei laici, valgono ancora oggi le parole dall’allora cardinale Joseph Ratzinger: ‘Mediante l’adempimento dei comuni doveri civili, guidati dalla coscienza cristiana, in conformità ai valori che con essa sono congruenti, i fedeli laici svolgono anche il compito loro proprio di animare cristianamente l’ordine temporale, rispettandone la natura e la legittima autonomia’. I temi qualificanti l’agire politico dei cristiani vanno dalla ‘promozione di una cultura della vita, difesa dal suo concepimento alla fine’ alla ‘centralità della persona e delle famiglie, specialmente le più giovani, toccate anche dalla crisi economiche’. Le reazioniMolti i politici che hanno apprezzato il documento. ‘Sono pienamente convinto che, se i politici riuscissero ad avvicinarsi maggiormente ai cittadini e se questi ultimi partecipassero in maniera più attiva alla vita politica, si creerebbe una sinergia positiva che potrebbe produrre miglioramenti per l’intera comunità’, ha detto il consigliere tifernate Pdl Manuel Maraghelli. ‘Per noi ‘ ha scritto il segretario provinciale Perugia del Prc Enrico Flamini ‘ partecipazione concreta significa l’inclusione del cittadino tramite l’istituzione di momenti assembleari (tematici, territoriali) durante i quali avviene il confronto e lo scambio tra tutti gli attori presenti (cittadini, amministratori) in merito a questioni di carattere pubblico’. ‘Se la partecipazione è stata uno dei punti fermi del ’68, un diritto-dovere irrinunciabile, oggi è la grande assente della politica, è il grande problema che nella passata legislatura al Comune tifernate’, ha riflettuto l’esponente Pdl Roberto Cuccolini. ‘Il Vangelo ‘ così ha chiosato il documento il parlamentare Pd Andrea Sarubbi ‘ invita i cristiani a due compiti apparentemente antitetici: il primo è quello di essere lanterne sul moggio, ossia ben visibili, perché una lanterna sotto al letto serve a poco; il secondo è quello di essere lievito nella pasta, ossia capaci di sciogliersi nell’acqua e di mischiarsi alla farina, per fare in modo che da questo impasto nasca il pane’. Testo e commenti relativi si leggono sul sito www.agoracastello.org.

AUTORE: Saverio Freddi