Furti: è legittima difesa solo se…

Ancora una volta, un cittadino ha usato la pistola per allontanare da casa sua un ladro sorpreso all’opera, e senza volerlo (così dichiara) lo ha ucciso. Ancora una volta, qualche forza politica ha colto l’occasione per sostenere la necessità di una modifica legislativa volta ad allargare il campo della “legittima difesa”, anche più di quanto è stato già fatto con una legge del 2006. La legittima difesa è prevista, da sempre, come eccezione al divieto generale di farsi giustizia da soli; divieto che è la pietra angolare del concetto stesso di Stato fin dall’antichità. E, da sempre, i requisiti dell’autodifesa, per essere considerati legittimi, sono due: la necessità e la proporzionalità. Se qualcuno, disarmato, minaccia di darti uno schiaffo, non puoi rispondere sparandogli. La legge modificata nel 2006 dice che per considerare proporzionata la reazione basta che sia in atto una violazione di domicilio e che vi sia una minaccia di violenza, o quantomeno un pericolo di aggressione. Nel caso di questi giorni, accaduto a Latina, vi era stata la violazione di domicilio, ma non vi era stata violenza e non vi era neppure pericolo di aggressione, se è vero che i ladri erano disarmati e stavano scappando dopo i primi spari andati a vuoto; tanto che l’uomo ucciso è stato colpito alle spalle. L’uccisore tuttavia potrebbe ancora giustificarsi, ed evitare ogni pena, dimostrando di essersi ingannato in buona fede sulla gravità del pericolo che stava correndo; altrimenti potrebbe essere condannato per “eccesso colposo in legittima difesa” e ricevere la pena prevista per l’omicidio colposo, cioè non intenzionale. Ma una forza politica, come abbiamo già detto, vorrebbe andare ancora oltre e stabilire per legge – in buona sostanza – che il padrone di casa è libero di uccidere chiunque entri in casa sua abusivamente, anche se è disarmato e non minaccia nessuno. Si può accettare una proposta del genere? Secondo me, no; sarebbe come dire che un reato secondario come la semplice violazione di domicilio è punibile con la pena di morte, e per di più senza processo e senza appello, a piena discrezione della persona offesa. Un enorme passo indietro dopo venticinque secoli di civiltà del Diritto.

AUTORE: Pier Giorgio Lignani