Giustizia per i lavoratori

DIOCESI. Terzo incontro promosso dal Laboratorio della missione

Sabato 20 marzo, Rivotorto di Assisi, santuario del Sacro Tugurio, sala parrocchiale (ore 16.30). È la volta dell’avv. Francesca Di Maolo, chiamata ad affrontare il tema “La giustizia del lavoratore, i diritti dei lavoratori”: argomento pertinente anche alla situazione di crisi e di disagio determinatasi anche nel territorio diocesano. È questo il terzo incontro di approfondimento promosso dal Laboratorio della missione in collaborazione con la Commissione diocesana problemi del lavoro e con la Scuola interdiocesana di formazione teologica: un incontro aperto a tutti gli operatori pastorali, a fedeli e laici. Abbiamo interpellato la relatrice le cui risposte sono andate ben oltre l’aspetto specificatamente giuridico. Esiste una condizione che lega la dottrina sociale della Chiesa alla giustizia e ai diritti dei lavoratori? “Si tratta a mio avviso di tre dimensioni inscindibili. Leone XIII nel 1891 con la Rerum novarum affermava il principio ispiratore di tutta la questione sociale: l’inalienabile dignità della persona. A distanza di due anni dalla sua enciclica lo Stato italiano abbandonava la neutralità in campo economico per tutelare la salute e la stessa dignità del lavoratore: nasceva così il diritto del lavoro”. Esiste una discrasia tra la Costituzione italiana e il magistero della Chiesa? “In tutte le norme costituzionali che disciplinano i rapporti economici la persona prevale sull’impresa, sul profitto, sull’organizzazione. Nella Rerum novarum si parlò per la prima volta di un ‘giusto salario’: una novità assoluta in quanto la ‘giustizia’ del salario non dipendeva dalla volontà negoziale dei contraenti, ma era in funzione dello sviluppo della persona. L’art. 36 della nostra Costituzione ha recepito interamente questo principio”. Giustizia, solidarietà, carità: è possibile specificare una distinzione? “La giustizia in senso astratto si fonda sul consenso sociale e sul rispetto delle decisioni della maggioranza, ma in tal modo intesa perde il proprio orientamento umanistico. La carità, come amore agapico, ricomprende la giustizia e la solidarietà. Colui che ama con carità è giusto; colui che è solidale nella carità non si limita al dare episodico, ma sente una tensione interiore che nasce dalla fraternità e si esprime con comportamenti abituali”.Quali strumenti può utilizzare la Chiesa per eliminare l’incoerenza che in certi casi può manifestare chi si dichiara cristiano? “La diffusione della dottrina sociale della Chiesa è uno strumento formidabile per affrontare la vita concreta secondo il Vangelo e per capire, tanto per fare un esempio, che l’omissione contributiva o la carenza di misure di sicurezza sul lavoro sono innanzitutto un’offesa all’uomo e agli insegnamenti di Cristo”. Come intervenire in merito alla situazione socio-economica della nostra diocesi? “Anche nel nostro ambito occorre ripartire dall’uomo e dalla sua dignità per saper osare di più e mettersi al servizio della rivoluzione della carità nella verità: è questa la progettualità del terzo millennio proposta da Benedetto XVI”.

AUTORE: Francesco Frascarelli