Gli anziani oggi

Parola di vescovo

Che oggi gli anni di vita delle persone siano accresciuti, è notorio e lo vediamo tutti con soddisfazione. È una conquista storica, senza dubbio, ma da questa conquista sorgono problemi sociali non indifferenti. Sociologicamente, forse, si può riscontrare una analogia fra la situazione dei giovani/adolescenti, che iniziano il loro cammino staccandosi dalla famiglia e quella degli anziani che non hanno più famiglia e spesso sono costretti a sperimentare varie situazioni incresciose, quali la solitudine, l’incomprensione, l’abbandono e, purtroppo, qualche volta anche il rifiuto. Da tempo la Chiesa si occupa di giovani e di adolescenti: basti ricordare le scuole per giovani e ragazze, gli oratori, i centri sportivi e i campi scuola, le cui necessità emergono sempre più, in attesa che si inventino modalità sempre diverse secondo le esigenze del mutare dei tempi. Per gli anziani sono sorti centri diurni per la loro accoglienza, anche per finalità ricreative e, anche se meno frequentemente, per finalità culturali. Nell’ambito parrocchiale, sì, ma questo avviene lodevolmente anche nell’ambito sociale. Vanno però distinte – spesso invece si confondono – le esigenze sanitarie e quelle caritative. La pastorale per anziani a volte è stata collocata all’interno della pastorale per malati (ma ci sono tanti anziani in buona salute) o della pastorale della carità (ma ci sono tanti anziani economicamente non bisognosi). La pastorale per anziani ha un suo ambito proprio con particolari caratteristiche, e richiede alla Chiesa particolare riflessione, e disponibilità di persone e di spazi e di mezzi. Certo ci sono problemi emergenti, come le case di riposo (che nel caso di malati non autosufficienti prendono il nome di case protette), che possono rischiare di essere luoghi dove i familiari collocano l’anziano che considerano un peso di cui liberarsi. Così, anche se con tempi più ridotti, collocano, potremmo dire ‘parcheggiano’ l’anziano durante le proprie vacanze estive. L’estate! L’anziano, nel caldo torrido, nella città deserta, con i negozi più vicini chiusi, non di rado impossibilitato a uscire di casa (c’è l’ascensore funzionante?)… Ma vorrei riprendere il tema della pastorale per anziani nel senso più specifico e appropriato. La preghiera e la partecipazione alla liturgia. Esistono pochi libri della Parola di Dio stampati in carattere grande. In chiesa si dà spazio ai giovani e ai loro canti (è giusto), ma gli anziani? Una catechesi degli adulti che sia attenta agli anziani, ai loro problemi, ai loro bisogni di approfondire alcuni argomenti come la fine della vita, come lasciare i propri beni, non dimenticando la carità. Spesso si pensa agli anziani come un peso, ma gli anziani possono essere una ricchezza e risorsa. I nonni che contribuiscono validamente allo sviluppo della famiglia con la loro esperienza e la loro sapienza, gli anziani vicino ai bambini e ai giovani con l’insegnamento, la presenza e l’affetto. Allora, una pastorale per anziani? Sì. Ma una pastorale degli anziani, in modo che divengano protagonisti. San Paolo nella Seconda lettera ai Corinti scrive (4,16): ‘Anche se il nostro corpo si va disfacendo, non ci si scoraggi, il cuore si rinnova di giorno in giorno’. E san Pietro nella sua Prima lettera (4,4) sottolinea: ‘Cercate l’uomo nascosto nel profondo del cuore’. E allora, l’anziano può diventare addirittura profezia. Ecco l’anziano oggi, grande conquista socio-culturale, che interpella la Chiesa e la società intera.

AUTORE: Franco Gualdrini