Il Centro italiano femminile nasce nel 1944 per educare la donna a nuovi compiti e nuove responsabilità. Il contributo dell’associazione per l’elaborazione di leggi sul diritto di famiglia.

Sessant'anni di storia e di vita

LE ATTIVITÈ DEL CIFQuando il Cif sorse a Città di Castello, nell’immediato dopoguerra, il panorama della società non era lì molto diverso che altrove. Le prime attività che sembrarono necessarie furono l’organizzazione di doposcuola, colonie marine, corsi di taglio, corsi agricoli. Poi, via via, vi furono trasformazioni di carattere pratico come giuridico. Quando nel 1979, il Cif, che aveva avuto un’interruzione, venne ricostituito, gli obiettivi a cui rivolgersi erano molto diversi. Tra i primi, approfondire la sua matrice cristiana in un mondo in cui nuovi e scottanti temi come l’aborto e il divorzio richiedevano una cosciente presa di posizione. E poi vi erano problemi che i mutamenti avvenuti ponevano. Le attività sono state molte: da conferenze riguardanti il diritto e la bioetica a incontri con extracomunitari; l’organizzazione di corsi di lingua italiana per loro, i corsi infermieristici per badanti. Vi è stata l’adozione a distanza di una ragazza salvadoregna per il conseguimento della sua laurea in medicina e hanno avuto luogo molte manifestazioni culturali.Il 23 febbraio è venuta a Città di Castello Rosaria Bottegai, Presidente regionale del Centro italiano femminile (Cif), per un incontro con il Cif comunale e un aggiornamento dopo l’ultimo congresso nazionale. Ha partecipato all’incontro Marcella Monicchi, che ha più volte coperto cariche direttive nell’Associazione. E’ stata quest’ultima a ricordarne la nascita, un progetto che risale all’ormai lontano 1944. Un progetto nato per “orientare ed educare attraverso gli organi nazionali, provinciali, comunali la donna ai suoi nuovi compiti”, che includevano la partecipazione alla vita amministrativa e politica del Paese; e che si proponeva inoltre la collaborazione per la soluzione di problemi generali e, in particolare, di quelli “concernenti la donna, il fanciullo, la famiglia”. All’inizio si trattò in realtà di una Federazione di donne di ispirazione cattolica che doveva divenire Associazione nel 1970. In un Paese che presentava in tutti i campi le profonde ferite della guerra, gran parte dell’attività del Cif, nei primi anni, fu quella di agire, dove e come possibile, con attività di carattere sociale; pur non mancando l’interessamento anche per problemi che concernevano situazioni di carattere politico. Nel corso del tempo lo statuto del Cif è stato rinnovato più volte, l’ultimo è del 1992. Questo enuncia nei suoi articoli che il Centro italiano femminile è un’associazione di donne che opera in campo civile, sociale e culturale secondo lo spirito e i principi cristiani. Che è soggetto autonomo rispetto ai partiti politici ma stabilisce rapporti di collaborazioni con istituzioni ed enti sia pubblici che privati per il perseguimento delle proprie finalità; sollecita le donne a prendere coscienza dei problemi della condizione femminile; svolge azione di approfondimento e diffusione del Magistero della Chiesa. La Bottegai, che ha preso la parola rendendo conto dei lavori svolti dal Congresso, ha messo in rilievo l’importanza dell’Associazione sottolineando, fra l’altro, come ancora permangono, malgrado le leggi vigenti in proposito, forme di discriminazione in campo lavorativo fra uomini e donne. Spesso risulta che la stessa maternità sia considerata un impedimento per il lavoro e il rendimento femminile e ha fatto presente come una evoluzione in questo campo possa avvenire solo con un maggiore coinvolgimento degli uomini nell’ambito della famiglia e dell’educazione. Si è soffermata poi sull’importanza di una maggior partecipazione delle donne alla vita politica attiva; quest’ultima, come noto, decisamente scarsa in Italia. E come sia importante per questo il sostegno e la solidarietà da parte delle stesse donne. La Bottegai ha messo poi in rilievo il rilevante contributo dato dal Cif per l’elaborazione di alcune leggi che oggi ci pongono all’avanguardia fra altri Stati europei, come per esempio quelle concernenti il Diritto di famiglia, la parità di retribuzione fra uomini e donne per identiche mansioni e altre.

AUTORE: Eleonora Rose