Il Congo chiede Azione

Attività in diocesi per fare fronte all'emergenza umanitaria nel Paese africano

La tragedia che si sta consumando nella Repubblica democratica del Congo è sotto gli occhi di tutti. Le vittime di questa guerra deliberatamente ignorata sono stimate in 5-6 milioni dal 1994. Molti di noi potrebbero portare traccia del loro sangue nei cellulari che abbiamo in tasca, nei nostri computer, nelle consolle di videogiochi. Da qualche mese la regione del Nord Kivu si è infiammata di nuovo, milioni di profughi sono stati fatti sgombrare dalle loro terre. Oggi sono accalcati sulle strade di Goma e nei campi allestiti alla meglio dai caschi blu. Mancano di tutto: cibo, acqua, cure sanitarie, un tetto sotto cui ripararsi in questa stagione delle piogge. I casi di colera sono sempre più frequenti. I ragazzi di Azione Zuki stavano rientrando in Italia, lo scorso agosto, quando il generale ribelle filo-ruandese Laurent Nkunda rompeva la tregua. Tutti noi ci siamo sentiti attaccati, mentre vedevamo le immagini dei fratelli congolesi che fuggivano dai villaggi. Le piccole conquiste della pace cancellate da un manipolo di soldati, che rispondono a chissà quali interessi. Proprio per cercare di salvare i bambini dalla guerra nacque Azione Zuki, nel 2002, da un incontro casuale di alcuni ragazzi di Città di Castello con Abbè Justin Nkunzi, un giovane prete congolese – in Italia per studiare – che oggi è il direttore della Commissione diocesana Justice et Paix di Bukavu; questo incontro ha unito la Chiesa tifernate con la chiesa del Sud Kivu, e ciò che si è venuto a creare è andato ben oltre ogni aspettativa. Ad oggi più di 700 bambini vanno a scuola attraverso adozioni a distanza; le loro famiglie vengono assistite e attraverso progetti nell’agricoltura e nell’allevamento; oltre 200 ragazze stuprate dai soldati ricevono assistenza sanitaria e alimentare. Operando attraverso la Chiesa di Bukavu e l’arcivescovo FranÈois-Xavier Maroy, la Commissione Justice et Paix con Abbé Justin Nkunzi e alcuni ragazzi del posto – che ne sono il vero ‘motore’-, Azione Zuki ha raggiunto molti villaggi nell’entroterra dove nessuno si era spinto. In questa situazione di grande emergenza stiamo cercando di sensibilizzare la comunità e le parrocchie della diocesi, per raccogliere aiuti e per far conoscere la crisi che il Congo sta vivendo. Vengono proposte una cena a scopo benefico il 29 novembre, una mostra fotografica vicino al centro storico di Città di Castello (6-14 dicembre, corso Vittorio Emanuele n. 26) e vari interventi nelle scuole. La nostra diocesi inoltre dedicherà a questa grande emergenza ‘l’Avvento di carità’: tutte le offerte raccolte nelle nostre chiese durante l’avvento saranno devolute all’Azione Zuki, tramite il prezioso aiuto della Caritas diocesana, che subito ha risposto al nostro appello. Gli aiuti che stiamo mettendo in campo seguono gli stessi canali di Azione Zuki, e sono diretti (sotto la gestione di Abbè Justin Nkunzi che sta operando a Goma a capo dell’ufficio Observatoire de la Cohabitation Inter-communautaire Nord e Sud Kivu, Programme Amani) ad assistere con viveri e medicine i profughi nei centri sanitari gestiti da suore, nelle parrocchie, oltre alle famiglie di Azione Zuki che hanno accolto i profughi in fuga dal Nord Kivu. È un nostro desiderio anche entrare in rete con altri gruppi e associazioni missionarie che come noi hanno risposto all’Appello per la pace diramato nei giorni scorsi, che ha dato vita al Cieg (Comitato intercongregazionale emergenza Congo). Facciamo appello a chiunque voglia aiutare un popolo a rialzarsi o anche solo conoscerne e condividerne la storia. Vi invitiamo a partecipare alla cena e alla mostra, di contattarci per conoscerci, per parlare del Congo, di cosa stiamo facendo e di cosa potremmo fare, insieme. Questi sono i nostri recapiti: actionzuki@yahoo.it; David Tacchini, don Paolo Martinelli tel. 075 8592708.

AUTORE: Azione Zuki