Il ‘giorno del Signore’ festa del popolo di Dio

L'intervento di don Lameri all'assemblea diocesana

La seconda giornata dei lavori dell’assemblea diocesana ha avuto per tema ‘La domenica giorno che rivela e forma l’identità cristiana’. Don Angelo Lameri ha proposto ai partecipanti un approfondimento dell’argomento attraverso quattro documenti magisteriali dell’ultimo ventennio. Ma la relazione di don Lameri è partita dalla costituzione dogmatica sulla liturgia del Concilio Vaticano II, Sacrosanctum Concilium, promulgata nel 1963. Il Concilio ha indicato come la celebrazione della domenica debba prendere il posto centrale nella vita liturgica delle comunità cristiane e nella pietà dei fedeli. I successivi interventi del Magistero hanno ribadito questo concetto basilare, sottolineando come la domenica sia, per la Chiesa, segno di fedeltà al suo Signore: un giorno che va compreso ‘ nella sua interezza, e non soltanto in alcuni momenti ‘ nel mistero di Cristo e della Chiesa. La domenica è un dono, un giorno ricevuto (da Dio) e quindi non manipolabile. Questa ottica si oppone, evidentemente, a quel pensiero economicistico che considera la domenica un semplice giorno di riposo, quasi una sosta per riprendere fiato e poi ricominciare la corsa alla ‘superproduttività’ o alle vendite. Papa Giovanni Paolo II, nella lettera apostolica Dies Domini, scriveva che la domenica scandisce il tempo del pellegrinaggio della Chiesa fino al giorno senza tramonto. Una ‘festa primordiale’, dunque, che per i cristiani rivela il senso del tempo, orientandoli al giorno ultimo. Per questo motivo Giovanni Paolo II invitava i gruppi, le associazioni, i movimenti, e anche le comunità religiose a partecipare alla celebrazione eucaristica domenicale nella chiesa parrocchiale, insieme a tutta la comunità cristiana che vive in un determinato territorio. In ultimo, don Angelo ha indicato tre obiettivi per le nostre parrocchie: la necessità di difendere il significato religioso, antropologico, culturale e sociale della domenica; la qualità delle celebrazioni eucaristiche domenicali e festive; il vivere il giorno del Signore anche come tempo della comunione, della testimonianza e della missione. Tutto ciò, ha concluso don Lameri, implica il naturale convergere di tutti alla celebrazione eucaristica parrocchiale. Le relazioniSe il momento della relazione di don Angelo Lameri è stato quello dell’ascolto, i lavori dei gruppi di studio hanno costituito la fase della proposta. Al termine dell’assemblea, proprio i coordinatori dei quattro gruppi, insieme ai segretari, hanno presentato la sintesi dei lavori. Il primo gruppo ha riflettuto sulla domenica come celebrazione di Cristo e della Chiesa, soffermandosi a lungo sull’importanza della messa parrocchiale e legando la qualità delle celebrazioni liturgiche alla qualità della vita cristiana di una comunità. Il secondo gruppo, dedicato al rapporto tra la domenica e la carità, ha evidenziato come sia necessario creare una mentalità più aperta, in cui la carità divenga ‘necessaria e obbligatoria’ per tutti. Il terzo gruppo, che ha affrontato la dimensione antropologica del ‘giorno del Signore’, ha messo in luce il problema della mancanza di tempo, invitando a essere critici di fronte all’attuale modello socio-economico che distrugge il senso della vita e la sua dimensione contemplativa. Il quarto gruppo, dedicato alle problematiche del mondo giovanile, ha richiamato la necessità di valorizzare il patrimonio umano e di fede per presentare un modo alternativo di vivere la vita di ogni giorno. Tra i vari gruppi, il secondo ha formulato anche alcune proposte di attività da avviare in tempi piuttosto rapidi. In particolare, l’attenzione del gruppo si è incentrata sulla mensa della Caritas diocesana, che attualmente è chiusa proprio nel giorno di domenica. Essendo questo il giorno della carità, il gruppo ha proposto alle varie parrocchie di collaborare con la Caritas affinché, anche grazie alla collaborazione che potrebbe venire dalla cucina dell’ospedale, la mensa possa essere aperta anche la domenica e gli altri giorni festivi. E questo, a partire già dalla festa di tutti i santi, proprio perché i santi ci offrono significativi esempi di carità vissuta. Inoltre, è stata annunciata la seconda edizione della ‘festa dei popoli’ da parte della Caritas diocesana (che si terrà nel 2006). Nel complesso le due giornate di assemblea hanno visto la partecipazione di molti preti, laici e suore delle varie zone pastorali della diocesi. In precedenza, molte parrocchie avevano organizzato momenti di approfondimento del tema dell’assemblea, che verrà adesso ripreso in sede di zona e di parrocchia per accogliere le indicazioni emerse dai gruppi di studio, anche alla luce del documento conclusivo che il vescovo invierà alla diocesi il prossimo 13 novembre, solennità dei santi patroni Florido e Amanzio.

AUTORE: Andrea Czortek