Il Papa, il Concilio, i Vescovi italiani

Chiesa italiana. Il discorso del Papa all’assemblea dei vescovi italiani
Benedetto XVI incontra i Vescovi italiani

In un tempo in cui Dio “è diventato per molti il grande sconosciuto, e Gesù semplicemente un grande personaggio del passato”, le Conferenze episcopali sono chiamate a dare un nuovo slancio all’azione missionaria, a un “rinnovamento della qualità della nostra fede e della nostra preghiera”.

È un discorso preoccupato quello che Benedetto XVI pronuncia incontrando i Vescovi italiani, riuniti nell’aula nuova del Sinodo in Vaticano per la loro assemblea generale. Nel Vecchio Continente è il secolarismo che caratterizza sempre più la società: “Anche una terra feconda rischia di diventare deserto inospitale”. Di qui l’impegno, che chiede il Papa, di tornare “noi stessi per primi a una profonda esperienza di Dio”.

La crisi che le nazioni del Vecchio Continente stanno vivendo, crisi spirituale prima ancora che economica, ha come radice proprio la difficoltà dell’uomo di oggi di aprirsi al Trascendente. In questo contesto, si domanda il Papa, come possiamo corrispondere alla responsabilità che ci è stata affidata dal Signore? Come possiamo seminare con fiducia la Parola di Dio, perché ognuno possa trovare la verità di se stesso, la propria autenticità e speranza?

Il 28 ottobre 1965, con 2.319 voti favorevoli il Concilio, consegna alla Chiesa e al popolo di Dio il decreto sulla missione pastorale dei vescovi nella Chiesa, la Christus Dominus. Non è un testo, come dire, per soli addetti ai lavori, ma è una guida per capire meglio ruolo e compiti dei pastori e delle Conferenze episcopali, alla luce di un interrogativo che ha guidato la riflessione del Concilio: “Chiesa, che dici di te stessa?”. E qui s’inserisce un altro documento, la costituzione sulla liturgia, la Sacrosanctum Concilium del 4 dicembre 1963: “Il culto divino – ha ricordato Benedetto XVI ai Vescovi – orienta l’uomo verso la Città futura e restituisce a Dio il suo primato, plasma la Chiesa, incessantemente convocata dalla Parola, e mostra al mondo la fecondità dell’incontro con Dio”.

Due documenti che, in qualche modo, ci permettono di fare un approfondimento sugli organismi di partecipazione. Con la Christus Dominus veniva affrontato il discorso sui Sinodi e sulla sinodalità. Bisogna avere il coraggio di credere negli organismi di partecipazione; le stesse Conferenze episcopali sono, per il Concilio, luoghi “sommamente utili” perché i vescovi della stessa nazione o regione ritrovandosi periodicamente, attraverso “uno scambio di esperienze e di pareri” possano far sgorgare “una santa armonia di forze, per il bene comune delle Chiese”. I Sinodi, inoltre, hanno una funzione di stretta collaborazione con il Papa. Da questo discende una più stretta collaborazione tra vescovi, sacerdoti e fedeli, un cammino di comunione e di collaborazione per costruire insieme scelte pastorali e momenti di impegno delle comunità cristiane. Non è sempre un cammino facile, ma l’esperienza di comunione non può essere messa in un angolo, e può aiutare a colmare quelle difficoltà – che molti hanno – di accogliere le verità insegnate dalla Chiesa, accontentandosi di una religiosità più semplice, una sorta di fede “fai da te” in cui i pochi valori accolti sono quelli che più si avvicinano ai desideri del singolo.

Non è un caso che il decreto sulla missione pastorale dei vescovi ponga l’accento sulle varie forme di apostolato che devono essere “opportunamente coordinate e intimamente unite tra loro” sotto la guida del vescovo; apostolato che compete a tutti i fedeli. Le forme di questa presenza devono essere “adattate alle necessità dei nostri giorni – si legge ancora nel decreto del Concilio – tenendo presenti le varie esigenze degli uomini: non solo spirituali e morali, ma anche quelle sociali, demografiche ed economiche”.

La Chiesa negli anni del post-Concilio ha dato vita a Consulte, Consigli pastorali diocesani, parrocchiali, altri organismi di dialogo e di partecipazione che possono essere elementi utili e importanti per una crescita della presenza dei cristiani nella vita della comunità. Ma oggi questi organismi sembrano vivere un momento di stanchezza. Con il suo discorso ai Vescovi italiani, Benedetto XVI invita anche a un rinnovato impegno ad annunciare, mostrare e guidare all’incontro con Dio. Ma la prima importante condizione: “Parlare di Dio è parlare con Dio”.

AUTORE: Fabio Zavattaro