Il Santo come profeta immerso nella storia

DIOCESI. Conferenza sulla “Vita di san Florido” scritta dal diacono Arnolfo nell’XI secolo

Sono stati veramente in pochi a raccogliere la proposta dell’ufficio diocesano Cultura e comunicazioni sociali: in preparazione alla festa dei santi patroni è stato infatti invitato il prof. Pierluigi Licciardello, tra i più attivi studiosi di agiografia in Italia, a illustrare la Vita sancti Floridi, testo scritto dal diacono Arnolfo di Arezzo negli anni ’70 dell’XI secolo. La conferenza si è tenuta presso il Museo del duomo l’11 novembre, antivigilia della festa. Il prof. Licciardello – che sta lavorando a un’edizione e traduzione di tutte le fonti medievali sui Santi castellani – ha presentato alcuni capitoli della Vita Floridi, proponendo poi alcune sue considerazioni sul modello di santità che ne emerge. Il testo dell’XI secolo presenta Florido entro un doppio modello agiografico, tipico dell’età di Gregorio Magno (Papa dal 590 al 604): prima il momento dell’ascesi vissuto a Perugia insieme al santo vescovo Ercolano e ai santi Amanzio e Donnino, poi quello dell’impegno. È infatti proprio Gregorio Magno che intende l’ascesi come propedeutica all’azione pastorale. Il modello agiografico nell’ambito del quale inserire la Vita Floridi è uno dei due tipici di questa età, che sono rappresentati l’uno da Giovanni Cassiano e l’altro da Salviano di Marsiglia. Se per Cassiano la salvezza è fuori dalla storia (per questo nasce la cittadella monastica), secondo Salviano il santo, così come il profeta dell’Antico Testamento, indica al popolo il senso della storia, orientandolo attraverso una lettura di fatti che sembrano non avere senso. La salvezza, quindi, anche se non si vede, è dentro la storia ed è lì che va cercata. Sulla base di questo secondo modello Florido è presentato dal diacono Arnolfo come il rifondatore della città. La sua funzione è civile e politica (nel senso che crea la coscienza critica della cittadinanza). Florido, che si dona al suo popolo fino al punto di desiderare di farsi vittima sacrificale per esso, decide di affrontare la storia, senza chiamarsene fuori. Florido, dunque, è profeta, perché richiama il suo popolo dall’immanenza alla trascendenza, additandogli il senso della storia presente. Nel corso della conferenza il prof. Licciardello, poi, ha illustrato un’altra figura di santo castellano, anch’essa descritta nella Vita sancti Floridi: san Donnino, laico. Così lo descrive Arnolfo: “dotato della bontà di una semplice innocenza” e “uomo di carattere semplice e di vita innocente”. Collaboratore di Florido e Amanzio nella ricostruzione materiale e morale della città, alla loro morte Donnino si ritira a vita eremitica presso Rubbiano. La sua figura è rimasta un po’ nell’ombra e questo è spiegato dal Licciardello con la scelta della vita eremitica. L’eremita, infatti, è stimato in vita e venerato dopo la morte, ma stenta a essere accolto dalle istituzioni ecclesiastiche, che nel Medioevo prediligono altri modelli di santità.

AUTORE: Andrea Czortek