Il Vescovo scrive ai preti – e non solo – auspicando un ‘fiorire’ di santità in tutti

DIOCESI. Festa dei santi Florido e Amanzio, che in tempi difficili seppero dare le giuste indicazioni 'politiche' alla comunità cristiana e ai cittadini

‘Cur non ego? Perché anch’io non dovrei permettere allo Spirito santo di portarmi a realizzare il progetto stupendo che il Padre ha disegnato per me nel volermi cristiano e sacerdote secondo il Vangelo?’: è quanto scrive mons. Cancian in una lettera indirizzata anzitutto a preti e diaconi ed allegata al Foglio di collegamento della diocesi del mese di novembre. Il Vescovo invita a rilanciare la ‘nostra’ risposta alla chiamata alla santità; l’occasione è data sia dalla festa dei santi patroni, Florido ed Amanzio (il 13 novembre) sia dalla solennità di Tutti i santi appena celebrata. Scrive a preti e diaconi, il Vescovo, ma potrebbe parlare con tutta la diocesi: ‘Dire con gioia e amore fedele il nostro sì quotidiano a questa chiamata è dar gloria a Dio, sperimentare la beatitudine evangelica e offrire alla nostra Chiesa e alla nostra società il contributo più bello, che resterà in benedizione per sempre’. Il nome Florido lo si può tradurre come ‘fiorito’: è un auspicio proprio a ‘fiorire’ e a ‘fruttificare’ come lui. Il frutto che è rimasto dei santi patroni è la ricostruzione della Chiesa (sia come comunità cristiana, sia come edificio) e della città distrutta dalle invasioni barbariche. La santità ha tali ricadute benefiche nella Chiesa e nella società da lasciare segni storici ammirevoli. È la cultura, la civiltà, l’arte dell’umanesimo cristiano. Mons. Cancian, dopo aver ascoltato più volte il clero diocesano, formula una serie di proposte rivolte a preti e diaconi. Inizierà lunedì 12 novembre, con la celebrazione dei primi vespri nella cripta della cattedrale, la solennità dei santi Florido e Amanzio, patroni della diocesi. Il programma prevede l’offerta dei ceri per la lampada votiva che arde presso la tomba dei santi patroni nel corso della celebrazione eucaristica delle 18.30 di domenica 11 novembre. Lunedì 12, poi, i canonici della Cattedrale concelebreranno l’eucarestia nei primi vespri della solennità, aperta dal canto dell’antico inno Giorno solenne, giubila Tiferno. La sera, alle ore 21, nella chiesa di San Domenico si terrà una veglia di preghiera animata dai giovani e organizzata dal servizio diocesano di Pastorale giovanile. Nella mattina di martedì 13 novembre sarà celebrata una messa ogni ora all’altare dei santi patroni nella grande cripta della cattedrale (ore 7, 8, 9, 10, 11 e 12). Alle ore 18 il vescovo mons. Domenico Cancian presiederà per la prima volta il solenne pontificale nella solennità dei santi patroni; con lui concelebreranno il vescovo emerito, mons. Pellegrino Tomaso Ronchi, e tutti i preti della diocesi. La liturgia sarà animata dalla schola cantorum ‘A. M. Abbatini’, diretta dal maestro Alessandro Bianconi, e sarà trasmessa in diretta da Trg (Città di Castello CH 30, Trestina CH 65). Ogni anno la celebrazione della solennità dei santi patroni richiama in cattedrale migliaia di fedeli, che fin dal pomeriggio del 12 novembre si recano a pregare presso la tomba dei Santi. La festa diventa l’occasione per chiedersi come vivere oggi l’eredità spirituale lasciataci da Florido e Amanzio. In tal senso è importante riscoprire i connotati ‘politici’ della santità dei nostri patroni, che in tempi difficilissimi seppero agire decisamente e coraggiosamente, orientando le loro scelte secondo il Vangelo. Florido e Amanzio, e insieme a loro un altro santo, il laico Donnino, sanno vivere pienamente il loro tempo, con le sue difficoltà e le sue risorse. Di fronte alla distruzione non stanno a chiedersi a chi spetti riedificare le case e le mura, né a rimpiangere nostalgicamente il passato, ma riescono a rianimare la comunità cristiana, che a sua volta diventa anima dell’intera comunità cittadina. Un ruolo, questo dell’impegno nella città e per la città, che i cristiani sono invitati a riscoprire, facendo proprie le gioie e le speranze, i dolori e le angosce dell’uomo del nostro tempo.

AUTORE: Andrea Czortek