In attesa del fresco d’autunno

Parola di Vescovo

Dobbiamo ogni giorno subire le conseguenze di un caldo torrido, che purtroppo dà alla testa e ci impedisce di essere oggettivi, equilibrati e sereni. Sono di moda i toni alti, prevale assolutamente la polemica e purtroppo la vendetta ad ogni costo. Speriamo proprio che arrivi presto il fresco d’autunno e con esso la ricerca del “bene comune”, il bene di tutti, che si costruisce con l’esercizio della responsabilità di ogni cittadino, credente o meno. La vittima più illustre di questo clima è la verità, e con essa la carità e la misericordia. Caritas in veritate ci ha ammonito Papa Benedetto: “Difendere la verità, proporla con umiltà e convinzione e testimoniarla nella vita sono forme esigenti e insostituibili di carità. Questa si compiace della verità (1Cor 13, 6). Tutti gli uomini avvertono l’interiore impulso ad amare in modo autentico: amore e verità non li abbandonano mai completamente, perché sono la vocazione posta da Dio nel cuore e nella mente di ogni uomo” (enciclica, introduzione). Allontanarsi da queste due fonti significa abbandonare la propria umanità; significa venderla al mercato della menzogna e rischiare di non ritrovarla più nella città di Babilonia, che non è più la città degli uomini veri. Questo processo ho temuto in questo mese d’agosto. Aprivi il giornale, quasi nulla, solo litigi e vendette. Guardavi la televisione, una vera giungla, dove si salvavano solo i sorrisi e la buona volontà dei lettori. Mi sono chiesto più volte: “Ma dove sono finiti duemila anni di cristianesimo?”. Perché gli attori sono proprio cristiani, così si dicono, e fanno proprio riferimento alle identiche “radici cristiane”. Ma Cristo si vede poco, perché ci si vergogna. Non si usa più parlare di Vangelo, si parla di Vaticano, di vescovi, di moralisti. E così non ci capiamo più: sono tutti deboli, peccatori, ambivalenti, e che cosa possono insegnare! A questo punto non ci capiamo proprio più, è vera Babilonia. Abbiamo bisogno di risentire la vera voce del Maestro: “Chi non ha peccato, scagli la prima pietra! Nessuno ti ha condannato, neppure io ti condanno, va’ e non peccare più!” (cfr. Gv 8). Il Maestro ci parla di verità, ce la svela tutta e poi ci rende liberi, cioè misericordiosi. È venuto per indicarci la strada e non ha paura a dirci che è proprio lui la strada, per costruire la vita nella verità. Nessuno di noi è la strada, perché siamo tutti delle povere creature, ma possiamo contare su di lui. Quanto l’ho sentito lontano dai nostri mercati d’agosto. La Chiesa è per indicare Lui e rimetterlo al centro: solo allora ci ritroviamo, senza acredine o spirito di vendetta, senza la paura di essere scoperti peccatori, ma fiduciosi di trovare fratelli che ci fanno coraggio. Combinazione, proprio in questo mese d’agosto c’è stato anche tra noi in Umbria un notevole scambio di vescovi, anche questo motivo di commenti non sempre evangelici, con il timore che anche qui prevalgano i nostri giochi di mercato sull’azione sapienziale dello Spirito. Abbiamo tutti bisogno di riprendere le coordinate del Vangelo: Cristo al centro e noi in silenzio, in ascolto, per capire meglio il nostro compito di servizio; tutti, gerarchia e laici, a servizio di un mondo che non deve impazzire, ma ritrovare la carità nella verità, come ci testimoniano in questo momento i nostri volontari a L’Aquila. Visitiamoli, parleremo di meno e capiremo che dobbiamo amare di più.

AUTORE: Giovanni Scanavino