Inizia l’Avvento ortodosso. Messa in arabo per i cattolici palestinesi

Vita delle comunità cristiane a Perugia

Domenica 6 novembre i membri della comunità ortodossa romena di Perugia hanno celebrato il rito della commemorazione dei defunti presso la chiesa di San Fiorenzo (luogo di culto messo a disposizione dalla Perugia – Città della Pieve per potervi celebrare i riti). La celebrazione precede di una settimana l’inizio del periodo di Avvento, che prenderà avvio il 15 novembre e si protrarrà fino al 24 dicembre. Questo lasso di tempo, chiamato “digiuno delle teofanie” non consiste, come si potrebbe pensare, nell’eliminazione totale del cibo ma nel regolarne l’assunzione; la pratica del digiuno infatti, associata a quella della preghiera, permettono al corpo e all’anima di purificarsi in preparazione delle grandi festività della Chiesa quali il Natale e la Pasqua. Il 6 novembre i fedeli ortodossi hanno unito alle preghiere per i propri cari defunti l’offerta della “coliva”, il dolce che viene consumato alla fine della celebrazione dai presenti. La “coliva”, spiega padre Ionut Radu, responsabile della comunità ortodossa romena, è preparata con chicchi di grano e miele: come il chicco di grano che, quando cade a terra, non muore ma germoglia e porta di nuovo frutto, così l’uomo, una volta morto, aspetta la risurrezione alla vita eterna. A questa celebrazione, svoltasi la scorsa domenica, ha preso parte anche un gruppo di fedeli cattolici la cui partecipazione è stata organizzata nell’ambito del progetto “Identità e pluralità nel dialogo interreligioso” realizzato da Aliseicoop con la sezione Antropologica del dipartimento Uomo e territorio dell’Università di Perugia. Questo progetto infatti, avendo come obiettivo una sempre maggiore integrazione tra popoli di diverse fedi religiose, promuove la conoscenza ed il rispetto reciproco anche attraverso la partecipazione a feste e riti religiosi delle diverse comunità. Sempre nell’ambito delle iniziative per un dialogo interreligioso, il 1° e 2 dicembre si terrà a Perugia un convegno -“La religione emigrata. Immigrazione dialogo interreligioso”- che vedrà la partecipazione di numerosi studiosi ed esperti nonché responsabili di differenti comunità religiose. Antonella BartoliniGli studenti cristiani palestinesi che studiano all’Università di Perugia si sono ritrovati insieme nella chiesa dell’Università lunedì scorso, 31 ottobre, per festeggiare la Madonna della Palestina, patrona del Patriarcato latino di Gerusalemme, partecipando ad una messa celebrata da padre Humam Khzouz, economo del Patriarcato, venuto appositamente da Gerusalemme. È stato interessante e suggestivo il rito, tutto in lingua araba… tranne le parole Amen e Alleluia. È stato anche interessante ascoltare melodie di canti del nostro repertorio tradotti in arabo. I cattolici di Terra Santa sentono molto questa festa e la celebrano ovunque siano. Maria è chiamata “patrona e regina della Palestina” ed è tanto più pregata e venerata in questi tempi difficili per i palestinesi, spesso tentati – a causa della povertà e delle difficili condizioni di vita – di abbandonare la comunità cristiana, attratti dalle lusinghe di altre più forti realtà sociali e religiose. In questa occasione i cristiani palestinesi recitano una speciale preghiera alla Madonna in cui si affida alla sua protezione la Terra santa. La Madonna della Palestina ha il suo santuario ed è festeggiata dal 1927 per iniziativa del patriarca latino di Gerusalemme Luigi Barlassina; la sua festa è stata approvata nel 1933 dalla Santa Sede.