La bambina usata per propaganda

Dispiace dirlo, ma il Governo italiano ha strumentalizzato – a soli fini di propaganda interna – la dolorosa vicenda della bambina inglese vittima di una malattia congenita inguaribile. Ha fatto anche un po’ di disinformazione, facendo credere che il suo intervento potesse portare a una svolta risolutiva. Di vero c’è che la legge italiana, in casi del genere, dà l’ultima parola ai genitori del bambino malato, mentre le regole inglesi ammettono che possa prevalere il giudizio dei medici quando questi ritengano che, in casi estremi, proseguire certi trattamenti sia solo il prolungamento di una sofferenza inutile e senza speranza (ma il principio che, quando si deve decidere del bene di un bambino, il giudizio dello Stato possa prevalere su quello del genitore c’è anche in Italia).

Però, in tutto questo, la trovata di conferire alla piccola la cittadinanza italiana, con una procedura eccezionale d’urgenza, non cambiava una virgola. Primo, perché si poteva darle la cittadinanza di tutti i Paesi del mondo, ma per il Governo e i giudici del Regno Unito era – giustamente – sempre una cittadina britannica, soggetta alle leggi di quel Paese. Secondo, perché la Convenzione internazionale sul diritto dei minori (fatta nel 1961 e riformata nel 1996) stabilisce che sono competenti le autorità legali del Paese nel quale il minore ha la residenza abituale, non importa se ne abbia o meno la cittadinanza. Impossibile che il Governo non lo sapesse.

La concessione della cittadinanza è stata un gesto ipocrita e propagandistico. Però un effetto buono può averlo, perché ha messo in luce che, secondo la legge, il Governo ha il potere di dare la cittadinanza italiana, con una scelta politica per motivi gravi e speciali, anche a chi non presenta i requisiti ordinari. Dopo questo precedente il Governo, per coerenza, dovrebbe dare la cittadinanza italiana, con la stessa procedura d’urgenza, a tutti i bambini che, insieme alle loro mamme, rischiano di affogare nel Mediterraneo o di morire di stenti e di malattie nei bestiali campi di concentramento in Libia. Ma temo che non lo farà, perché “quelli sono neri”. E ai neri il Governo italiano la cittadinanza italiana con procedura straordinaria d’urgenza la dà solo se devono vestire la maglia azzurra e vincere per noi qualche medaglia sportiva, così poi possiamo vantarci che l’Italia va forte.

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