La bellezza di una vita mistica

DIOCESI. Festa di santa Veronica Giuliani, con messa presieduta da mons. Lorenzo Chiarinelli. 'Siamo cristiani - ha detto - se, come lei, sappiamo aprire il cuore a Cristo'

Il 9 luglio la diocesi ha festeggiato la sua santa più amata, Veronica Giuliani, con un solenne pontificale celebrato nel chiostro della Cappuccine da mons. Lorenzo Chiarinelli, e concelebrata da mons. Ronchi assieme a una ventina di sacerdoti del clero diocesano. Dal mattino fino al tardo pomeriggio, numerosi devoti hanno reso omaggio alla stigmatizzata cappuccina, visitando il suo sepolcro sotto l’altare della chiesa o percorrendo in ginocchio i gradini della scala che dal chiostro del monastero conduce alle celle delle suore. Cosa vuol dire seguire l’esempio di santa Veronica? Cosa vuol dire, oggi, la parola ‘santità’? A questi interrogativi ha cercato di rispondere mons. Chiarinelli nella sua semplice ma affascinante omelia ‘Ringrazio mons. Ronchi e tutta la diocesi per l’invito di celebrare la festa di santa Veronica, rivedendo anche alcuni presbiteri coi quali ho condiviso il percorso sacerdotale. Spero di poter rivivere un riflesso delle grandi suggestioni maturate in questo chiostro, poiché la santità non ha tempo ed è come l’aria che, pur non vedendola, ne avvertiamo la mancanza’. Ha proseguito mons. Chiarinelli: ‘Santa Veronica è nel cuore di chi si accosta alla mistica e all’esperienza di Dio, di chi sente la bellezza di aver accolto Dio nel suo cuore. Questo è l’esempio di Veronica: quando il cuore è capace di accogliere, Dio non rinuncia a farsi presente nella sua interiorità’. Il Vescovo ha citato a riprova alcuni passi biblici in cui Dio si rivela nel cuore della persona che è disposta ad accogliere: dal libro del profeta Osea al Cantico dei cantici (‘Mettimi a sigillo del tuo cuore’) alla Lettera ai Galati di san Paolo. ‘Proprio Paolo ‘ spiega mons. Chiarinelli ‘ ci ha raccomandato di non dare importanza ai segni esteriori, come la circoncisione, per dirci cristiani. Sono le stimmate, ovvero i comportamenti, l’amore, la preghiera, la condivisione dei dolori e l’aiuto ai sofferenti a fare di una persona un cristiano. Alcuni hanno detto di non potersi non definire cristiani per il fatto di sentire il suono delle campane, entrare in cattedrale ed essere nati in una tradizione cattolica. Questo non basta. Siamo cristiani se sappiamo comportarci come Veronica che, sulle orme di san Paolo, ha aperto il suo cuore a Cristo’. L’esortazione finale di mons. Chiarinelli si riassume nell’immagine di Paolo VI della ‘civiltà dell’amore’, ovvero costruire intorno a noi una rete di relazioni, dalla famiglia al lavoro al tempo libero.

AUTORE: Saverio Freddi