La carità non va in vacanza

CARITAS. Nei campi di lavoro estivi si ultimerà in Albania un centro per la formazione giovanile

La solidarietà che non va in vacanza è quella dei volontari che nel periodo estivo si recano in varie parti del mondo a dare il loro apporto a Paesi e comunità meno fortunate. L’Albania, il Kosovo, i Balcani, l’Africa o il Sud America sono le aree raggiunte dai volontari. In particolare la Caritas diocesana sta ultimando il progetto iniziato nel 2001, in Albania, con la ristrutturazione di un edificio ex caserma militare per farne un centro polivalente per la formazione dei giovani, realizzato grazie all’attività estiva nei campi di lavoro. Dopo il completamento dell’edificio restano da ultimare le aree funzionali e da sviluppare l’affiancamento all’attività pastorale delle varie missioni presenti nella provincia di Lezhe. A questo scopo si sta avviando la collaborazione con coloro che svolgono questo servizio sul territorio, attraverso dei corsi per la formazione degli operatori albanesi. Da agosto a fine settembre saranno 4 i gruppi che si alterneranno nell’attività di volontariato. Coinvolti anche quest’anno i volontari delle parrocchie di San Paolo e San Giovanni Bosco, che, per nove giorni ciascuno, si occuperanno dell’attività pratica e dell’animazione, della socializzazione e della preghiera, dell’incontro con l’altro, per solidarizzare con realtà diverse e confrontandosi con le loro problematiche. Al centro operativo della Caritas diocesana si stanno predisponendo gli ultimi dettagli logistici per quelle altre parrocchie che, nel corso dell’anno, si sono preparate all’evento, facendo un grande lavoro per amalgamarsi e sensibilizzare l’intera comunità parrocchiale. In più, in sintonia con la Caritas albanese e con le autorità locali, altri aiuti sono rivolti al settore sanitario con due progetti: l’uno attraverso la collaborazione di medici specialisti ternani negli ambulatori medici locali; l’altro destinato all’aiuto di bambini affetti da patologie uditive con la diagnosi precoce sui piccoli da 0 ai 6 anni. Il progetto ‘Parla più forte’, oltre alle terapie già in atto e al recupero di protesi per l’udito, anche usate e che vengono riadattate a seconda dei casi, prevede anche l’istituzione di un centro per la diagnosi precoce. Nei mesi scorsi tre medici ternani, un pediatra, un oculista e un logopedista, si sono recati a Lezhe per vistare oltre 150 bambini nell’ambulatorio delle suore e per prestare loro cure e terapie adeguate. I casi più gravi invece potranno essere curati in Italia grazie all’iniziativa dell’Ospedale della solidarietà.

AUTORE: Elisabetta Lomoro