La forza del sesso “debole”

Incontro “La donna nella società plurale”, organizzato da Caritas, Comune e “Insieme per un futuro sereno”. Presenti politiche, studiose, musulmane

Molte donne, ma anche uomini, all’incontro che si è svolto nella sala consiliare cittadina il 7 marzo per trattare il tema “La donna nella società plurale”, organizzato congiuntamente dalla Caritas diocesana, dal Comune e dall’associazione “Insieme per un futuro sereno”. Dopo aver porto il suo saluto, anche a nome del Sindaco, Andreina Ciubini, assessore alle Pari opportunità, ha osservato come, malgrado nella crisi siano sempre le donne a pagare il prezzo maggiore, vi sono in questo momento in Italia ventimila imprese con una guida femminile. Imprenditrici che sono riuscite a sollevarsi pur in questo momento difficile. Ciò non esclude la realtà, intorno a noi ed altrove, di donne vittime di violenze, della fame e della povertà. Paola Biccheri ha preso la parola ricordando che noi incrociamo ogni giorno per le strade persone diverse da noi, e spesso con un senso di diffidenza e di sospetto. È un problema che dobbiamo affrontare tutti rivedendo le nostre posizioni e, a volte, anche i nostri punti di riferimento. Riferendosi alle peculiarità della donna, ha sottolineato che vi è in essa una forza biologica molto forte, empatia per comprendere l’altro, bisogno di relazionarsi, interdipendenza. L’antropologa Michela Marchetti ha parlato delle donne immigrate. Spesso emigrano da sole, e sono costrette a prendere lavori subalterni anche quando hanno cultura e titoli di studio che nel nuovo Paese non sono riconosciuti; soffrono della lontananza di figli, la cui situazione risulta a sua volta psicologicamente difficile. Ha ricordato come tra le varie cose necessarie vi sia quella di guidare le immigrate come utenti dei Servizi sociali, anche, e forse soprattutto, dal punto di vista medico. Nebras Abdel Qader, mediatrice culturale, cittadina italiana musulmana, come ha lei stessa sottolineato, si è soffermata a lungo sui pregiudizi che si hanno sulla cultura islamica e ha messo in rilievo come in realtà sia vista la donna secondo il Corano, che riconosce all’uomo e alla donna gli stessi diritti a livello religioso. Ha messo in rilievo come islam non significhi mondo arabo, e come nei Paesi che in realtà si sono allontanati dalle prescrizioni dell’islam oggi le donne stiano lottando e spesso siano riuscite a ottenere nuovi diritti. Nella Borri, psicoterapeuta, ha riepilogato la concezione che si è avuta della donna, dalla storia più antica fino al cristianesimo. Non vi è traccia nei Vangeli – ha osservato – di una discriminazione delle donne, scelte tra l’altro da Gesù come testimoni della sua resurrezione. Successivamente vi sono stati periodi di emarginazione pur essendoci donne che emergono conquistando una loro soggettività; un impulso nuovo viene dato dalla Riforma luterana dove la lettura biblica contribuisce all’emancipazione della donna. Per i cattolici bisogna arrivare al Concilio Vaticano II per avere della donna un’altra concezione. Molto interesse e partecipazione da parte degli ascoltatori, fra cui varie donne musulmane, e vari interventi.

AUTORE: Eleonora Rose