La Giustizia è lenta perché intasata

Intervista a Marco Canonico, presidente dell’Unione giuristi cattolici di Perugia

La giustizia in Umbria ha gli stessi problemi dell’ambito nazionale. L’inaugurazione dell’Anno giudiziario che si terrà sabato mattina a Perugia come in tutte le Procure generali d’Italia, sarà l’occasione per fare il punto della situazione in regione. Il recente rapporto Eurispes racconta dell’accresciuta fiducia nei confronti dei magistrati. Però è la “macchina” a non marciare. “Il cittadino è sempre più incerto nel rivolgersi ad un sistema giustizia privo di rapide risposte ai suoi problemi. Viviamo anni in cui ‘il controllore’ si è indebolito o, comunque, appare meno utile” afferma Marco Canonico, avvocato civilista, della Rota romana e docente all’Università di Perugia e alla Pontificia università lateranense, nonché presidente dell’Unione giuristi cattolici di Perugia. Quando la giustizia non è pronta, anche la malavita, specie in alcune aree del Paese, può sostituirsi ad essa. “Con la pesante crisi economica – continua Canonico – molte piccole e medie aziende, sane, vanno a picco perché non riscuotono i crediti. I titolari possono imbarcarsi in una causa che dura dieci anni o, come sovente avviene, cedere il credito a società di riscossione, ottenendo subito il 30-40 per cento dell’importo. Ma l’imprenditore onesto non ha né guadagno, né giustizia”. Nota spese da pagare? 13 anni in tribunaleA Perugia una causa su una banale nota spese è durata 13 anni; i ricorsi sui T-red ai semafori hanno paralizzato i giudici di pace. La Germania conclude una causa di lavoro in un anno; in Italia per il primo grado ne occorrono almeno tre. Il Consiglio superiore della magistratura comunica che i magistrati onorari in servizio sono 7.955, quelli ordinari 9.078: un’anomalia, che però sorregge il sistema. I casi seguiti dai mass media mostrano una giustizia veloce: il primo grado del processo Meredith è uno di questi. Invece la giustizia “quotidiana” al servizio dei più, stenta. “I tribunali sono superaffollati – continua l’avvocato Canonico -, specchio di un Paese fra i più litigiosi d’Europa. Si chiede il danno esistenziale (lesione del diritto al libero dispiegarsi delle attività umane) anche per una multa. Pur informatizzate, le Cancellerie mantengono la documentazione cartacea, appesantite così di doppio lavoro. Già sulle fotocopie, la macchina della giustizia rallenta…”.Troppi avvocati, pochi magistratiGli avvocati, specie le nuove leve (sono iscritti all’Ordine di Perugia in 1.819, a Terni in 496; in Italia sono 210 mila, contro i 44 mila della Francia e i 117 mila dell’Inghilterra) non dissuadono il cliente dal ricorso, come spesso dovrebbero, e cercano di raggranellare più lavoro possibile, causa la feroce concorrenza. A Roma e Milano hanno aperto anche i “negozi del Diritto”, dove vendono ricorsi low cost. Sempre più magistrati, subissati di liti, arrivano alla prima udienza non informati sul caso che stanno per affrontare. Per il cittadino che vuole giustizia, sentire il giudice chiedere: “Di che parliamo?” dopo aver prodotto montagne di allegati al ricorso, è già un’umiliazione.

AUTORE: Paolo Giovannelli