Niente può legittimare un’aggressione del tipo di quella che la Russia sta portando avanti in Ucraina. Neppure se l’aggressore avesse, in teoria, qualche buona ragione da far valere sul piano politico. Ma nel caso specifico dell’Ucraina le “ragioni” declamate da Putin e dai suoi portavoce sono fasulle e rimarrebbero fasulle anche se lui si limitasse ad innocue note diplomatiche. Sono solo pretesti per dare una vernice di buon diritto alla pura e semplice volontà di potenza e di dominio.
Questa non è una buona notizia. Perché fa cadere l’illusione (coltivata da parecchi) che, cedendo a Putin qualche cosa o magari anche tutto quello che vuole, la guerra finirebbe e torneremmo tutti amici. Sarebbe così se potessimo credere alla buona volontà di Putin. Ma lui ha già detto in molti modi che ciò che vuole non è solo la revisione dei confini fra Russia e Ucraina. Vuole anche che quello che rimarrà dell’Ucraina diventi una ripartizione interna dell’impero russo, come ai tempi di Stalin, o comunque uno stato vassallo come lo è già (di buon grado, in questo caso) la Bielorussia. E ha anche detto, o fatto capire, che vorrebbe ripetere la stessa operazione con i tre Stati baltici (Estonia, Lettonia e Lituania) che Stalin aveva incorporato nell’Urss nella seconda guerra mondiale. Magari anche con la Finlandia, che non ha fatto parte dell’Urss ma dell’impero zarista sì. Anche la Polonia non ha da stare molto tranquilla; poi, chissà che altro. Ma se queste sono le vere intenzioni di Putin si capisce che non c’è trattativa che possa fermarlo. Fingerebbe di fermarsi per qualche giorno ma poi attaccherebbe di nuovo, con altri pretesti (o anche senza), come Hitler.
Quindi non si può abbandonare l’Ucraina al suo destino, perché poi toccherebbe ad altri ancora più vicini a noi. E non si può scendere direttamente in campo, perché sarebbe guerra mondiale a tutti gli effetti e si scatenerebbero le armi nucleari. Resta la possibilità – che è quella che si sta tentando – di fornire all’Ucraina le armi per difendersi, non per contrattaccare; nella speranza che ciò possa spingere Putin a ridimensionare le sue pretese. Disgraziatamente non ci sono autorità sovranazionali che abbiano la forza di arbitrare questi conflitti. La pace si può avere solo se siamo tutti d’accordo nel volerla, e la vogliamo in buona fede. Ma quanto possiamo credere alla buona fede di Putin?