La Passione in diretta

Pasqua. Le sacre rappresentazioni, diffuse dal Duecento in poi, eventi di fede e di cultura

Secolo XIII: la passione di Gesù si carica di un impatto emotivo mai visto prima. Dopo i Cristi simbolici delle catacombe, dopo i Crocifissi ieratici dell’alto Medioevo, ecco che con il Duecento le scene più tragiche della vita di Gesù cominciano a essere celebrate con profonda partecipazione personale da parte dei fedeli. Nascono in questo modo le sacre rappresentazioni, in cui tutta la popolazione di un paese rivive ‘in presa diretta’ le ultime ore del Figlio di Dio. Una tradizione da cui, passo dopo passo, nascerà il teatro moderno. Ma ancora oggi, dal nord al sud Italia, queste sacre rappresentazioni vengono riprese; e non solo nel nostro Paese, perché si tratta di un fenomeno che, con l’andare dei secoli, ha preso piede in tutta Europa, tanto nella fervorosa Spagna quanto nei più freddi Paesi Bassi. È così che è nato ‘Europassion’, un progetto che mira alla conoscenza reciproca tra le numerose località in cui si svolgono, in occasione della Pasqua, le rievocazioni recitate della Passione. La nostra Regione è rappresentata, in un certo modo, dalla cittadina di Cantiano, che si trova geograficamente nelle Marche ma è compresa nel territorio della diocesi di Gubbio. La prima idea di tale associazione venne lanciata in Spagna nel 1982; i primi scambi ufficiali sono partiti nel 1989. Nel 1992, in Francia, è stato creato un ufficio di collegamento, e nel 1995 si è tenuta a Ligny, in Belgio, la prima seduta plenaria. Cantiano è entrata nel gruppo nel 2001. Attualmente sono associate a ‘Europassion’ una sessantina di città, ognuna con una sua storia e un suo taglio particolare. Così, nella belga Ligny l’evento ha luogo a teatro, su uno scenario ricostruito, mentre a Tegelen, in Olanda, si preferisce ambientarlo nel verde. A Nancy, Francia, la rappresentazione si svolge al Palazzo fieristico; a Verges, Spagna, si recita fin dal XV secolo davanti alle mura urbiche. Questa profusione di tradizioni popolari pare sia esplosa inizialmente proprio dalle nostre parti, a Perugia. Correva l’anno 1260, e l’Italia era divisa in fazioni politiche che si combattevano ferocemente. Narra la leggenda che a un eremita umbro – o un ragazzino, secondo altre versioni – venne rivelato che una grande calamità di sarebbe abbattuta dal cielo, se la gente non avesse fatto penitenza. Si formarono così lunghe processioni, che potevano spostarsi anche da una regione all’altra, in cui uomini, donne, vecchi e bambini invocavano la misericordia di Dio. Per opera di Raniero Fasani nacque il movimento dei Flagellanti che facevano lunghe processioni annunciando la penitenza e frustandosi pubblicamente a sangue. Oggi, nelle sacre rappresentazioni in generale, sono venuti meno gli aspetti penitenziali e le manifestazioni rischiano di cadere nel puro spettacolo quali eventi folcloristici. Le sacre rappresentazioni, però, sono e restano anzitutto, nel loro impianto fondamentale, e nella partecipazione popolare, espressioni di fede condivisa; un modo per attuare quella ‘contemporaneità con Cristo’ che è tipica del cristiano. Una volta che san Francesco piangeva, un frate gli chiese perché. Lui rispose: ‘Per la passione del Signore’. E l’altro: ‘È successo molti secoli fa!’. ‘Ma io ci sto pensando adesso’.

AUTORE: D. R.