La santa “mezzana”

Diocesi. Il Papa inaugura l’anno di santa Veronica

Mercoledì scorso, durante l’udienza generale, papa Benedetto XVI ha tenuto una catechesi presentando la vita e la spiritualità di santa Veronica Giuliani, monaca cappuccina, grande mistica. Non vi poteva essere prologo più solenne ed autorevole per le celebrazioni del 350° anniversario della nascita della santa che i castellani venerano con profondo affetto. In Vaticano sono arrivati anche 500 pellegrini da Città di Castello, guidati da mons. Domenico Cancian che, assieme alle altre migliaia di fedeli presenti, hanno ascoltato le parole del Santo Padre e poi nel pomeriggio hanno celebrato la messa nella chiesa di Santo Spirito in Fassia. Il Papa durante la catechesi ha ricordato le note biografiche della vita di Veronica che, nata il 27 dicembre 1660, entrò nel monastero di Città di Castello nel 1677; nella stretta clausura del convento delle Cappuccine le vien dato il nome di Veronica, “vera immagine” di Cristo Crocifisso, e lì vive fino alla morte avvenuta il 9 luglio 1727.Il Papa non ha mancato di ricordare il diario e gli altri scritti che Veronica ha lasciato: lettere, relazioni autobiografiche, poesie. L’iniziativa di stendere il suo Diario non fu sua. Fu addirittura obbligata a mettere per iscritto tutto quello che caratterizzava la sua intimità e che certamente avrebbe preferito non divulgare. La decisione fu del padre Girolamo Bastianelli, filippino, in accordo con il vescovo diocesano Antonio Eustachi. Benedetto XVI ha ricordato che la comprensione dei suoi scritti necessita di una “sapiente ermeneutica, rispettosa dell’esperienza di Veronica nel contesto culturale del suo tempo”. Il Pontefice ha poi parlato dell’esperienza mistica di Veronica, la sua spiritualità “marcatamente cristologico-sponsale. La radice della sua ecclesialità risiede proprio nell’esperienza di essere amata da Cristo in modo sponsale e dalla risposta d’amore che lei dà in modo sempre più coinvolto e appassionato”. In lei tutto è interpretato in chiave d’amore. È questo che la rende disponibile a sopportare tutto. Il Papa ha ricordato che Veronica si offre come “mezzana”, cioè il suo cuore si dilata praticamente a tutti “i bisogni di Santa Chiesa”, avvertiti con grande ansia della salvezza di “tutto l’universo mondo”. Veronica grida: “O peccatori, o peccatrici… tutti e tutte venite al cuore di Gesù; venite alla lavanda del suo preziosissimo sangue… Egli vi aspetta con le braccia aperte per abbracciarvi”. Animata da una ardente carità, dona alle sorelle del monastero comprensione, attenzione, perdono; offre le sue preghiere e i suoi sacrifici per il Papa, il vescovo, i sacerdoti e per tutte le persone bisognose, comprese le anime del purgatorio. Povertà, preghiera e penitenza, insieme, compongono questa figura – la “mezzana” – così rilevante nella comprensione che Veronica ha di sé e della sua missione.

AUTORE: F. M.