La scuola materna “Sacro Cuore” cambia sede: festa con i bambini

Ora nel nuovo edificio l'ampio spazio permetterà di dividere i bambini secondo l'età

La città tifernate è più ricca e non lo sa, perché anche stavolta l’avvenimento è stato vissuto come una festa di famiglia alla quale hanno partecipato i bambini alunni della nuova scuola materna “Sacro Cuore”, protagonisti spontanei, pronti alla festa ed alla presa di possesso della loro nuova “casa”, lunedì 11 novembre. I bambini della scuola materna Sacro Cuore sono ormai ospiti di un nuovo edificio realizzato con particolare attenzione alle norme di sicurezza e con gusto sulla scelta armonica dei colori, dei materiali, degli spazi dall’arch. Francesca Bioli, professionista affermata e mamma attenta. Per la cerimonia inaugurale la scelta della madre superiora suor Luigia e della direttrice suor Pasqualina, ha privilegiato la spontaneità e la semplicità del linguaggio rimasto a misura di bambino anche per la capacità del parroco, mons. Antonio Rossi che ha spiegato ai bambini l’avvenimento con particolare penetrazione dei concetti educativi. Dopo la benedizione dei locali, la presa di possesso di tanti piccoli ciascuno con il proprio palloncino colorato. Ogni tanto uno scoppio ha spento qualche cuore, ma nessuno ha pianto, tanta era la smania di conoscere quegli ambienti nei quali lo spazio permette la suddivisione dei gruppi secondo l’età: aule, refettorio, sala giochi, piccoli tavoli, armadietti, tanti giochi colorati e sussidi didattici importanti, dei servizi igienici razionali ed eleganti. “Questa è la nostra nuova scuola, quella vecchia era delle suore”, ha tradotto così quello che provava una piccolina con orgoglio visibile. I bimbi non conoscono nostalgie e rimpianti. Quando si cresce e la vita si accorcia, tornano nostalgie e rimpianti. E sono quelli di chi ricorda la vecchia sede di via del Pozzo, nell’ “Orto della Cera” dove nel 1919, il vescovo Liviero, che già aveva aperto l’ospizio Sacro Cuore, diede vita alla scuola materna per accogliere i bambini che sarebbero rimasti soli quando le mamme erano al lavoro. Li affidò alle Piccole Ancelle, in un orario che anche oggi resta flessibile per rispondere meglio alle necessità delle famiglie e che da quest’anno prevede l’accoglienza di bambini di due anni e mezzo in una sezione di pre-materna. Attualmente sono più di sessanta i piccoli ospiti seguiti con criteri aggiornatissimi pedagogicamente e con affetto materno. Le suore, dalla loro fondazione, sono al servizio della città senza formalismi ma con attenzione ai bisogni dei tempi.Colpisce il clima gioioso che regna in tutto il grande plesso scolastico che ora è contiguo a quello del nuovo asilo, così i bambini già familiarizzano con i vicini alunni delle elementari anche loro abituati al nuovo, allo studio delle lingue, al canto, alla musica e allo sport. Il carisma del fondatore è attuato, quasi visibile in ogni iniziativa. Liviero è stato anche un acuto pedagogista ed ha sempre avvalorato i momenti comunitari dell’educazione privilegiando il teatro che aveva voluto nei locali di via del Pozzo. A quei luoghi, ora vuoti e silenziosi, torna la nostalgia di tanti che ne furono ospiti. Sono luoghi storici non solo per la Congregazione delle Piccole Ancelle, ma anche per la città e dovrebbero restare testimonianza di una storia di libertà che proprio da lì è partita, una storia da raccontare. E mentre i piccoli di oggi si godranno la nuova scuola, potranno anche conoscere le origini di quella vecchia “loro” casa perché è ricordata con affetto dai loro stessi genitori e da generazioni di Castellani. Continuando il discorso del venerabile Carlo Liviero, quegli spazi potrebbero essere aperti alla città magari quali luoghi di aggregazione per le tante associazioni di volontariato che non hanno sede. Le Piccole Ancelle hanno sempre aperto nuovi discorsi con la città: il loro è un dialogo di cui restano motori importanti.

AUTORE: Eliana Pirazzoli