La speranza per i giovani

Primo incontro del ciclo “Educare con don Bosco”

L’oratorio San Giovanni Bosco di Città di Castello ha voluto proporre a tutti coloro che operano nel campo dell’educazione e della formazione giovanile una serie di due incontri sul tema “Educare con don Bosco”. Il primo seminario si è tenuto presso la sala gotica del Museo del duomo lo scorso venerdì con il prof. Gaetano Mollo, docente di Pedagogia generale e presidente del corso di laurea di Filosofia presso l’Università degli studi di Perugia; l’ospite ha affrontato il tema “Prevenire per educare. Il metodo di don Bosco”. Ad aprire l’incontro è stato il vescovo mons. Domenico Cancian che ha salutato i presenti ringraziando i responsabili dell’oratorio San Giovanni Bosco per l’iniziativa che offre un spunto utile in questi tempi in cui l’emergenza educativa è di grande attualità. “Un’iniziativa – ha spiegato Antonella Lignani – che parte dalla nuova ‘primavera’ che stanno conoscendo gli oratori dai quali emergono vari problemi riguardo l’aspetto educativo.” Il prof. Mollo ha iniziato la sua esposizione partendo da quelle che lui ha definito le S della scala della speranza: cioè sacrificio, sforzo e soddisfazione. Esse sono necessarie per arrivare alla quarta S: proprio la speranza. “Il metodo di don Bosco è una speranza continua” e “la speranza – concluderà l’esperto – è il propulsore quotidiano per andare avanti nella propria vita e per superare, anche insieme agli altri, gli orizzonti che ci si prospettano”. Mollo continua poi con l’analizzare la situazione attuale dei giovani che sempre più spesso tendono ad isolarsi e “proprio su questo punto – afferma – l’oratorio può intervenire in quanto offre uno ‘spazio’ in cui attraverso interessi comuni è possibile far interagire ragazzi. Ragazzi che in gruppo promuovono e fanno maturare la propria personalità”. E come si spiega in alcuni appunti rilasciati durante l’incontro: non si può sperare di educare i giovani creando degli isolati formativi. Si deve poter far vivere un modo arricchente di rapportarsi all’ambiente, così da poter fare di ogni situazione un’occasione di sviluppo della personalità dei ragazzi.“Un’altra caratteristica del metodo di don Bosco – spiega l’esperto – è l’amorevolezza”. Amorevolezza, come ha scritto anche nel testo distribuito ai numerosi presenti, che gli educatori devono mettere nel loro rapportarsi con i ragazzi, amorevolezza in azione che si esprime in una proposta coinvolgente, così da rispettare anche le esigenze del giovane di sentirsi protagonista della propria formazione. L’incontro è poi proseguito con alcuni interventi da parte dell’uditorio che ha mostrato un particolare apprezzamento per l’iniziativa e per il relatore.

AUTORE: Francesco Orlandini