La suprema speranza è l’Amore

Diocesi. Testimonianza dal primo Congresso mondiale sulla Misericordia

Lo scorso 2 aprile si è aperto a Roma il primo Congresso apostolico mondiale sulla Misericordia, concluso il 6 aprile.È nostro desiderio riportare a tutta la diocesi la ventata di universalità che abbiamo respirato in quei giorni a Roma, dove tutta la Chiesa era presente con duecento delegazioni da tutto il mondo, con la sua ricchezza di colori, vocazioni e testimonianze. È stato il Papa Benedetto XVI a dare inizio all’assise con la messa in suffragio di Giovanni Paolo II, che con la sua vita e le sue parole ha sempre manifestato al mondo intero che ‘non c’è altra speranza per l’uomo se non la misericordia di Dio’. Non a caso il congresso si è voluto chiamare ‘apostolico’ proprio per dare uno slancio missionario al messaggio della misericordia infinita del nostro Dio. Abbiamo potuto prendere parte ai primi due giorni del congresso, nella maestosa cattedrale di Roma, San Giovanni in Laterano; attraverso le parole del cardinale SchÈnborn (Austria) e del cardinale Dziwisz (Polonia) abbiamo meditato la profondità che racchiude il messaggio della Misericordia, come centro della Sacra Scrittura, incarnato poi nella vita di Giovanni Paolo II e di santa Faustina, veri apostoli della divina misericordia.Con il cardinale Backis (Lituania) ci siamo tuffati in una riflessione appassionata su questo mistero, come tesoro della Chiesa, che custodisce nei sacramenti, in particolare nell’eucarestia e nella riconciliazione, il dono d’amore di Gesù: tutta la sua infinita misericordia. Con la testimonianza gioiosa dei ragazzi delle comunità ‘Cenacolo’ di suor Elvira, strappati al male del mondo dall’amore di Dio, abbiamo visto la speranza e la luce che il tesoro della Misericordia offre concretamente. Per grazia la nostra riflessione si è spalancata sulle finestre del mondo intero, con un’altra testimonianza, quella del cardinale Barbarin (Francia), che ci ha donato come una perla la sua amicizia profonda e duratura con un rappresentante della religione islamica. Toccante il racconto del loro pellegrinaggio in Algeria nel febbraio 2007, presso le tombe dei sette monaci Trappisti martiri di Tbhirine, dove hanno pregato e insieme chiesto il perdono e la misericordia all’unico Dio per il troppo sangue innocente versato. Vorremmo ancora regalarvi la tenerezza e la compassione che hanno fatto tremare il nostro cuore quando padre Daniel Ange ci ha raccontato la ‘parabola’ di una bambina musulmana che non può guardare il Crocifisso senza piangere’ spiragli di luce’ aria fresca per il nostro mondo! Non c’erano soltanto parole al Congresso: il tempo era scandito da meditazioni e preghiera, impreziosita dalla varietà delle lingue e dei canti che si facevano una voce sola: un corpo solo in Cristo Gesù. Anche il nostro vescovo, padre Domenico (responsabile per il comitato italiano del congresso), ha portato la sua testimonianza di pastore e Figlio dell’Amore Misericordioso. Ci ha invitati ad appoggiare con san Giovanni il nostro capo sul petto di Gesù e a contemplare con lui il suo cuore trafitto, vera sorgente di misericordia per ogni uomo’ fonte di speranza perché forza capace di trasformare tutti i cuori. Siamo tornati con tanta gratitudine nel cuore per questa esperienza, per il nostro Vescovo e per le sue attenzioni di quei giorni, con l’intima certezza che il congresso è stato il punto di partenza per una nuova riflessione della Chiesa intera, e la costante preghiera affinché la Sposa di Cristo si faccia sempre più segno concreto del suo Amore misericordioso, unica speranza per il cuore dell’uomo e dell’intera umanità.

AUTORE: La famiglia di Greppalto