La testimonianza di una coppia di sposi e del loro parroco

Assemblea ecclesiale diocesana: Famiglia e comunicazione della fede

“Famiglia e comunicazione della fede”: questo il tema dell’annuale assemblea ecclesiale diocesana svoltasi il 14 e 15 settembre scorso presso la chiesa della Madonna del Latte. Dopo il saluto del vescovo diocesano, mons. Pellegrino Tomaso Ronchi (il quale ha sottolineato l’importanza e l’attualità del tema) i lavori hanno preso il via con l’introduzione del vicario generale, mons. Franco Sgoluppi. Costui ha tenuto a sottolineare come l’assemblea sia sì un momento di studio e riflessione, ma come il tutto non debba poi rimanere a livello puramente teorico, ma piuttosto tendere verso una progettualità da costruire. Orizzonte complessivo di riferimento – ha proseguito mons. Sgoluppi – sono gli Orientamenti pastorali dell’episcopato italiano per il primo decennio del 2000 (Comunicare il vangelo in un mondo che cambia) che, alla famiglia, ha dedicato significative parole. Si afferma, infatti, al n. 52 del citato documento che “la famiglia è il luogo privilegiato dell’esperienza dell’amore, nonché dell’esperienza e della trasmissione della fede. La famiglia cristiana è inoltre il luogo dell’obbedienza e sottomissione reciproca e della manifestazione dell’alleanza tra Cristo e la Chiesa”. Per approfondire i predetti temi, sono state quanto mai di aiuto le riflessioni – testimonianze di una coppia di sposi (Anna e Piergiorgio) e del loro parroco (don Piero) che, nella propria diocesi di Urbino-Urbania-S. Angelo in Vado, sono da tempo impegnati su queste problematiche. Il quadro emerso è fatto di luci e di ombre, di passi in avanti e di frenate (queste ultime causate soprattutto dall’attuale congiuntura sociologica). Tra le luci, i relatori hanno messo soprattutto in evidenza la progressiva rivalutazione del ruolo della famiglia e della coppia emerso dopo l’ultimo Concilio. Rivalutazione che è sintetizzabile in tre slogan. Prima di tutto : “Famiglia, prendi coscienza di ciò che sei”; come evidenziato anche dal Direttorio di pastorale familiare, infatti, “il matrimonio, quale intima comunità di vita e di amore coniugale, fondata dal creatore e strutturata con leggi proprie, nasce dall’atto umano col quale i coniugi mutuamente si danno e si ricevono”. In secondo luogo, sulla scia dell’enciclica Familiaris Consortio, “Famiglia, diventa ciò che sei”. La coppia cristiana, cioè, deve sempre più tendere a costituire una vera e propria comunità di persone tesa al servizio alla vita e alla partecipazione e allo sviluppo della società. Infine, “Famiglia, credi in ciò che sei”: in contrapposizione ad altre epoche storiche in cui il matrimonio veniva quasi considerato un ostacolo sulla via della santità, ai nostri tempi esso è invece da considerarsi il luogo concreto, specifico e particolare in cui vivere la sequela e l’imitazione di Cristo. Se queste sono le luci, le ombre, tuttavia, non mancano. Alcune di esse -hanno sottolineato i relatori- sono di sempre, mentre altre sono più specifiche dei nostri tempi. Tra le maggiori sono da evidenziare, innanzitutto, la confusione e superficialità riguardo al significato e contenuto degli stessi termini famiglia, amore, coppia e simili. A tal punto che si è giunti ad un vero e proprio mutamento di modi di esprimersi. Tra i giovani non si usa più l’espressione: “Essere fidanzato con qualcuno”, ma i meno impegnativi: “Stare con qualcuno”, oppure: “Uscire con qualcuno”. Altra difficoltà è data dall’ambiente in cui nasce e si sviluppa la coppia: esso è infatti quasi sempre ostile alla famiglia e allorquando parla di questa istituzione, lo fa quasi sempre mettendone in risalto i soli lati negativi. Altre difficoltà provengono dall’interno stesso della coppia, come quando la vita matrimoniale perde la propria vivacità ed il gusto della novità a vantaggio di un appiattimento che, alla lunga stanca i coniugi e contribuisce ad avvilire l’istituto matrimoniale. Ecco, quindi, che la famiglia è spinta a trovare nuove idee e contenuti, nuovi equilibri e difese. Il tutto, cercando di leggere i segni dei tempi, senza rinunciare tuttavia ai criteri fondamentali e restando fedele alla propria missione.Se la prima serata dell’assemblea ha tracciato un quadro generale dell’istituto-famiglia, la seconda ha invece cercato di tracciare per essa un possibile cammino di formazione e di testimonianza secondo una triplice scansione. Innanzitutto: “Fede e Parola”; la famiglia è cioè chiamata, al pari di ogni singolo credente, ha porsi in continuo e vigilante ascolto della parola di Dio e da essa farsi sostenere ed interrogare. La parrocchia, a questo riguardo, può aiutarla a svariati livelli: lettura del vangelo in casa, ritiri ed esercizi spirituali, direzione spirituale, incontri per genitori in parrocchia e così via. La seconda parte del cammino di formazione è costituita dal binomio “Fede e preghiera”, quest’ultima da intendersi sia come preghiera liturgica che come quella che scaturisce da altre situazioni di vita. Ciò costituirà -hanno evidenziato i relatori- sia un sostegno reciproco della coppia, sia un validissimo strumento per l’educazione dei figli. Anche in questo caso la parrocchia può offrire il proprio apporto: ad esempio curando celebrazioni in stile sobrio dei sacramenti dell’iniziazione cristiana e proponendo sussidi per la preghiera familiare. Infine, “Fede e carità”: come ben sottolineato dal Direttorio di pastorale familiare, infatti “la famiglia è il primo luogo in cui l’annuncio del vangelo della carità può essere da tutti vissuto e verificato in maniera semplice e spontanea nel rapporto tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra giovani e anziani”. La parrocchia a questo riguardo, può sostenere la famiglia, con opportuni e continui interventi, a formare una mentalità aperta all’accoglienza dell’altro e della sua realtà. L’assemblea, come si vede, è stata ricca di stimoli che aspettano solo di essere tradotti in pratica nella nostra realtà locale. Dopo le relazioni, i lavori sono proseguiti per gruppi di interesse. Di essi (“Educare alla famiglia”, “La famiglia e la preghiera” e “La famiglia in difficoltà”) daremo conto in uno dei prossimi numeri del giornale.

AUTORE: Moreno Migliorati