L’Alta Valle del Tevere è una fucina di grande solidarietà

Africa, America Latina, Est Europa, Asia, India le aree coinvolte: la soddisfazione di padre Pierli

Durante i mesi estivi ho trascorso circa due settimane in diocesi a Città di Castello con diverse puntate a Sansepolcro e zone limitrofe. Ho avuto l’opportunità di incontrarmi con una quindicina di gruppi di solidarietà in contatto con l’Africa: Kenya, Malawi e Burkina Faso; l’America Latina: Perù; l’Est Europa: Kosovo e Romania; l’Asia: India; altri impegnati nel mercato equosolidale attraverso la Boteguita di Città di Castello. Sono gruppi molto trasversali, nel senso che vi si incontrano giovani e adulti, cristiani ben integrati nella comunità parrocchiale, altri che si sentono a disagio; anche le loro affiliazioni politiche sono quanto mai diverse. Che cosa li unisce? Azzardo la risposta attraverso un episodio della vita di san Francesco: andando da Santa Maria degli Angeli ad Assisi s’imbatté in un lebbroso. D’istinto sia lui che il cavallo voltarono la testa dall’altra parte tanto era il puzzo della carne putrefatta dalla malattia. Fu un istante ed un’eternità! Poi Francesco scese da cavallo ed abbracciò il lebbroso; iniziarono il cammino assieme ambedue trasformati da quell’affidarsi l’uno all’altro. Tutti i membri di questi gruppi hanno incontrato in qualche modo la povertà e la sofferenza degli altri nei quattro continenti sopra menzionati. E si sono lasciati sfidare! Hanno vinto la tentazione di voltarsi dall’altra parte, continuare la strada da soli, magari ben asserragliati nel corrispettivo dal cavallo: una ‘poderosa’ automobile. Sono scesi! Le persone incontrate in Africa, America, Asia Europa sono entrate nella loro vita. Per continuare la strada assieme investono tempo, energie, creatività, sofferenze, denaro! Spesso s’incontrano per verificare le motivazioni, affinare la metodologia, pregare, discutere! Fra questi anche alcuni amici di Sansepolcro esperti ed impresari nel mondo di Internet, stanno organizzando un sito: www.seedsofhope.it (in italiano: semi di speranza) per dare nuove braccia e potenziale alla solidarietà e alla comunicazione. Un mondo questo dell’informatica a cui non ero stato esposto. dato che in Africa il telefono è ancora un problema. Eppure la solidarietà umana e cristiana passa oggi anche attraverso questi canali, strumenti già molto efficienti a servizio del mercato e del profitto, ma che hanno anche valenze inimmaginabili di fraternità. San Francesco di casa nell’Alta Valle del Tevere deve sentirsi fiero di tanti che reinterpretano all’inizio del terzo millennio quanto lui fece all’inizio del secondo. Anche io sono fiero di appartenervi come cittadino e come cristiano. Mi auguro che tutti questi gruppi continuino con entusiasmo creativo; che coinvolgano sempre più anche altri e riescano a fare rete, non per perdere la loro specificità che è un gran capitale, ma per avere più impatto sia nella Chiesa, le parrocchie e le diocesi a cui appartengono, che nella società civile che costruiscono e rinnovano con il loro voto e lavoro. Tornando a Nairobi a contatto con i miei impegni di attività missionaria e umana mi sentirò più leggero; le difficoltà mi faranno meno paura! Non sono solo! Non siamo soli!

AUTORE: Padre Francesco Pierli