L’amore fa uscire dal guscio

Esperienze di volontariato nei campi estivi organizzati dalla Caritas diocesana in Albania

Ferie e volontariato, un binomio che in estate trova ampi riscontri nelle tante esperienze di solidarietà all’estero a favore del Terzo mondo, portate avanti con generosità e impegno da parte di coloro che scelgono di dedicare parte delle proprie vacanze per dare aiuto a Paesi meno fortunati. Da 14 anni la Caritas diocesana, insieme all’associazione di volontariato ‘San Martino’, opera in Albania con i campi di lavoro, che hanno coinvolto decine di parrocchie e centinaia di volontari. Il primo turno dei campi estivi 2007 partirà il 31 luglio, composto da una decina di volontari guidati da Carlo Sileo. ‘Una scelta personale di amore per il prossimo – ci spiega Carlo – è alla base di questa esperienza. Non è una semplice buona azione quella che anima i volontari, per un servizio che non richiede di essere dei bravi muratori, piastrellatori, insegnanti, animatori, ma la voglia di ‘sporcarsi le mani’, di farsi prossimo di chi ha bisogno’. È proprio questa scelta dell’essere presenti, piuttosto che quella di una cultura dell’indifferenza di fronte ai mali della nostra società come la guerra, la violenza, la fame, la povertà, le malattie e i disagi, che riesce a creare una grande rete di aiuto e solidarietà, che si sta estendendo sempre di più. ‘Il volontariato ci spinge a liberarci dal nostro egoismo – aggiunge Carlo – per raggiungere il prossimo che versa nel bisogno. Ci fa uscire dal guscio confortevole dove amiamo ripararci, e ci spinge ad amare e servire coloro che contano sul nostro aiuto, ad essere con coloro che soffrono. Ma il volontariato può aiutare prima di tutto noi stessi, accogliendo l’appello alla compassione, lo stimolo all’impegno e la gioia della comunione’. Una compassione verso il prossimo che si trasforma in comunione nel momento in cui si riconoscono negli altri tanti fratelli e sorelle con i quali condividere sofferenze. ‘Compassione, impegno e comunione ricapitolano il messaggio della parabola del Buon Samaritano, che abbiamo scelto come riflessione e guida per il nostro campo – conclude Carlo. – La compassione ci mette in sintonia con coloro che soffrono. Ci spinge ad amare e servire coloro che ne hanno bisogno. Questo impegno suscita una comunione d’amore con coloro che soffrono ed ai quali veniamo in aiuto’. Un servizio non certo semplice, né scontato, ma che fa vivere pienamente il concetto della carità, nello sperimentare l’amore vero, quello che non chiede niente in cambio.

AUTORE: Elisabetta Lomoro