Le doti dell’educatore

PASTORALE GIOVANILE. Incontro per animatori

La Pastorale giovanile diocesana ha organizzato una giornata di ritiro per gli animatori dei ragazzi delle scuole medie e superiori della diocesi, presso il monastero delle Benedettine di Citerna. “Animatori si nasce, educatori di diventa”, questo lo slogan che ha guidato i ragazzi in una riflessione personale, prima, e nell’incontro con suor Raffaella Spiezo poi. Quest’ultima, originaria di Pontassieve, laureata in Pastorale giovanile e catechetica, ha parlato ai presenti del ruolo e delle caratteristiche che dovrebbe possedere l’educatore ideale. “La prima azione educativa che dobbiamo fare – ha affermato la religiosa – è quella di mettere Gesù al centro della nostra vita e di portare un giusto e concreto esempio, basato sull’insegnamento evangelico, ai nostri ragazzi”. Suor Raffaella, quindi, ha spiegato che ci sono alcuni atteggiamenti che un educatore dovrebbe fare propri, come quello della “contemplatività”: ovvero mettersi nella giusta lunghezza d’onda per ricevere lo Spirito santo ed educare insieme a lui: è la corresponsabilità. “Chi educa – ha continuato – si deve decentrare, da un punto di vista relazionale, e deve saper mettersi da parte per lasciare spazio ai ragazzi”. Secondo la religiosa, poi, un elemento importante da seguire è la carità, che deve far parte dell’attività educativa, anche attraverso l’accoglienza delle persone che ci stanno davanti per quello che sono, senza dividerle in categorie. Suor Raffaella ha quindi cercato di delineare l’identità dell’educatore, il quale deve avere una maturità affettiva, psicologica, sociale, morale e religiosa, oltre che essere una persona equilibrata e serena. “L’ethos dell’educatore – ha continuato la religiosa – deve possedere autorevolezza, ma non autoritarismo; un amore dell’educazione che spinga a voler far crescere chi ci sta davanti; tatto pedagogico per stabilire un rapporto specifico con ogni ragazzo; e humor pedagogico”. Parlando inoltre di dimensione educativa empatica, suor Raffaella, ha invitato tutti a “mettersi nei panni” degli altri per cercare di capire e conoscere meglio quali siano le loro esigenze, ricordando che è necessario “non sentire ma ascoltare, e non vedere ma guardare”. Infine, la religiosa ha ricordato che ogni educatore deve curare e rendere equilibrato il suo sapere, saper essere e saper fare, per diventare un buon “compagno di viaggio per le persone che il Signore gli mette davanti”.

AUTORE: Francesco Orlandini