Le leggi sono odiose limitazioni alla libertà?!?

Se mi chiedono di spiegare perché sia importante che in ogni comunità ci siano leggi, e che tutti le rispettino, porto l’esempio della circolazione stradale. Un esempio che tutti sono in grado di capire, in un paese dove ci sono quaranta milioni di autovetture, due ogni tre abitanti. Bene: chiedetevi se, con tutte le macchine che sono in giro, sarebbe possibile fare non dico il percorso fra Roma e Milano, ma anche solo cento metri, se non ci fosse il codice della strada con tutte le sue regole sul tenere la mano destra, sulle precedenze agli incroci, i sensi unici, i semafori, le rotonde e tutto il resto. In mancanza di autorità regolatrici, sarebbe impossibile che la collettività si autoregolasse spontaneamente, come avrebbe voluto qualche filosofo del Settecento.

Che si debba marciare sulla destra non è una legge di natura o un principio morale: ci sono paesi nei quali si circola tenendo la sinistra come in Inghilterra, e tutto funziona perfettamente, basta saperlo. Ma proprio per questo è indispensabile che ci sia qualcuno che abbia il compito di stabilire la regola e il potere di farla rispettare; e che poi ci siano altre autorità che città per città, villaggio per villaggio, stabiliscano dove mettere i sensi unici, i semafori, i divieti di sosta.

Altrettanto indispensabile, però, è che, una volta messe queste regole, tutti, ma proprio tutti, le osservino scrupolosamente. Perché chiunque si mette in strada deve potersi fidare che dietro la prima curva non troverà un pazzo che arriva sparato contromano; se no staremmo tutti a casa.

Tutte queste regole non sono odiose limitazioni alla libertà – come direbbero i no-vax – ma al contrario sono quelle che ci garantiscono la libertà di andare dovunque senza paura e senza pericoli. Tutto quello che diciamo per la circolazione stradale è un esempio, un apologo, replicabile per ogni altro aspetto della vita associata: l’economia, la politica, i servizi sociali, i rapporti internazionali.

Per questo è inquietante vedere che c’è uno che, di nascosto, in nome della libertà dei cittadini oppressi dai limiti di velocità, distrugge gli impianti autovelox, e forse domani farà lo stesso con i semafori agli incroci e magari con le sbarre ai passaggi a livello. Ed è ancora più inquietante vedere che c’è qualche leader politico che simpatizza con lui.

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