Maria, serva della Parola

Ce la immaginiamo pervasa da una comprensibile invidia di donna e di madre, colei che rivolgendosi a Gesù attorniato dalla folla gridò: ‘Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!’. Ma egli disse: ‘Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano’ (Lc 11, 27-28). Forse è la beatitudine più bella. È rivolta in primis a sua madre, ma è estesa ad ogni uomo. Maria non è tanto beata perché ha portato Gesù nel grembo e lo ha allattato. Sono beati tutti coloro che come lei ascoltano e custodiscono la Parola di Dio. Non c’è da invidiare Maria come madre secondo la carne; c’è piuttosto da imparare da lei ad ascoltare-custodire la Parola (logos) di Dio. In Lc 8, 21 ritroviamo lo stesso tema: ‘Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica (letteralmente: la fanno)’. Questi sono i veri parenti di Gesù. Ancora. Ascoltare le parole di Gesù e metterle in pratica è proprio dell’uomo saggio che ‘ha costruito la sua casa sulla roccia’ (Mt 7, 24). Non cadrà mai! Mettendo in ordine questi verbi, attribuiti per lo più a Maria, abbiamo gli atteggiamenti con i quali dovremmo avvicinare la Parola in modo che possa ‘rigenerarci’ come veri parenti e discepoli di Gesù (cf 1Pt 1, 23; Giac 1, 18). È il metodo della lectio divina proposta dal Vangelo stesso. È l’esperienza-testimonianza di Maria. Ecco i verbi che indicano il modo fruttuoso di avvicinarci alla Parola. Ascoltare – accogliere – custodire – conservare (cf Lc 2, 19.21) È il ‘religioso ascolto’ di cui parla fin dall’inizio la Dei Verbum. Come la terra buona accoglie il seme, come il grembo accoglie-custodisce lo sperma vitale. Tutto l’uomo, soprattutto la mente e il cuore, si dovrebbero aprire ad accogliere con attenzione e amore la Parola. Meditare e confrontare, interrogare e lasciarsi interrogare. Maria, ascoltando le parole dell’angelo ‘rimase turbata e si domandava che senso avessero’ (Lc 1, 29). Ascoltando le parole dei pastori che riferivano il canto degli angeli, Maria ‘serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore’ (Lc 2,19). Ascoltando l’incomprensibile risposta di Gesù, rimasto nel tempio a discutere con i dottori, Maria non capisce e tuttavia custodisce tutto dentro di sé (cf. Lc 2,51). Meditare vuol dire confrontare la Parola con i fatti, perché possiamo leggerli nella luce di Dio. Pregare e cantare, lodare e benedireLa Parola di Dio è anche preghiera. Pensiamo ai Salmi, al Padre nostro, al Magnificat. È il Signore che offre a noi le sue parole per dialogare con Lui. Infatti noi non sappiamo pregare; è lo Spirito che grida nei nostri cuori ‘Abbà, Padre’, donandoci l’esperienza stessa di Gesù, il Figlio. Mettere in pratica-portare frutto’Spontaneamente’ (cf. Mc 4, 28) e col tempo necessario, il seme della Parola sviluppa la sua irresistibile potenzialità. Noi possiamo arrivare a dire con Paolo: ‘Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me’ (Gal 2, 20). Come viveva in Maria. Se facciamo quello che Egli ci dice (cf Gv 2, 5) e se come Maria ripetiamo il nostro ‘eccomi’, la Parola porterà molto frutto anche nella nostra vita.

AUTORE: ' Domenico Cancian