Migranti deportati a morire di fame e sete nel Sahara

È quanto mai impressionante la foto che L’Osservatore romano ha pubblicato qualche giorno fa in prima pagina con il titolo: “Vi chiediamo perdono”. La foto ritrae una donna e una bimba esanimi e riverse per terra nel deserto tra Libia e Tunisia. Non conosciamo i loro nomi e ignoriamo le loro storie. Non sapremo mai se fuggivano da una guerra o dalla persecuzione di un regime autoritario, se erano state minacciate o se scappavano dalla fame.

I 1200 migranti subsahariani trasferiti in due aree desertiche tra Libia e Algeria

Una cosa è certa, cercavano una vita migliore e non siamo stati in grado di accoglierle per garantirgliela. E non sono che due dei 1.200 migranti subsahariani che l’esercito tunisino ha trasferito con la forza in due aree desertiche al confine con la Libia e con l’Algeria, lasciandoli senza niente da bere e da mangiare.

L’appello di papa Francesco

Anche Papa Francesco all’ Angelus ha ricordato “il dramma che continua a consumarsi per i migranti nella parte settentrionale dell’Africa. Migliaia di essi, tra indicibili sofferenze, da settimane sono intrappolati e abbandonati in aree desertiche. Rivolgo il mio appello, in particolare ai capi di Stato e di Governo europei e africani, affinché si presti urgente soccorso e assistenza a questi fratelli e sorelle”. E l’editoriale dell’ Osservatore romano conclude: “Vi chiediamo perdono. E poi restiamo in silenzio. Pieni di vergogna”.

LASCIA UN COMMENTO