Mons. Carlo Liviero alla gloria degli altari

DIOCESI. Il Papa riconosce il miracolo del vescovo tifernate, che diventa beato

Sabato 16 dicembre Papa Benedetto XVI ha approvato il Decreto con cui è stato riconosciuto il miracolo attribuito all’intercessione del venerabile Carlo Liviero. Con tale atto pertanto viene attribuito al venerabile Liviero il titolo di Beato. Innegabile la gioia per questa attesa notizia. Lo si è ripetuto più volte durante la conferenza stampa che si è tenuta presso il centro studi ‘Carlo Liviero’, presenti mons. Pellegrino Tomaso Ronchi, suor Raffaella Bibi (in rappresentanza della madre generale delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore) e mons. Camillo Berliocchi, che ha seguito laboriosamente ogni fase del complesso iter del processo canonico. Nel suo messaggio indirizzato a tutta la diocesi il Vescovo si è detto ‘sommamente felice di rendere omaggio al beato Carlo Liviero e di presentarlo come tale ai sacerdoti, alle comunità religiose e ai fedeli della diocesi nonché a tutti i cittadini e a tutti i rappresentanti delle istituzioni civili e militari del territorio. Mi permetto di presentarlo anche ai Confratelli nell’episcopato della Regione Umbria e a tutti coloro che, in ogni luogo – in Italia, all’estero e in terra di missione – sono legati al nuovo Beato a qualsiasi titolo’. Gioiscono in Italia e all’estero, le suore Piccole Ancelle del Sacro Cuore. Giunge al termine il lungo cammino che porterà, presumibilmente nella prossima tarda primavera, mons. Liviero alla gloria degli altari. Quel giorno, in cattedrale a Città di Castello, un rappresentante del Papa, quasi certamente il cardinale Josè Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle Cause dei santi, presiederà il rito durante il quale mons. Liviero sarà iscritto nel libro dei beati. L’iter per la beatificazione ebbe inizio nel 1959 quando il vescovo Luigi Cicuttini promosse una vasta raccolta di testimonianze, estesa anche alla diocesi di Padova ed altre località. Le risposte giunsero a centinaia. Nel 1974 fu presentato al vescovo di Città di Castello mons. Cesare Pagani, quarto successore di Liviero sulla cattedra di Città di Castello, il supplex libellus per l’inizio della causa di beatificazione. Il 1’luglio 2000 sono state riconosciute dal papa Giovanni Paolo II le virtù eroiche del vescovo Carlo Liviero. l miracolo attribuito al beato Carlo Liviero è accaduto nel 1983 a Macerata, dove Domenica Mariotti, di Amandola, sofferente di epatopatia cronica riacutizzata, con complicanze broncopolmonari, metaboliche ed emolitiche, è stata completamente guarita da infezione tetanica molto severa. ATTIVISSIMO fin dall’inizioCarlo Liviero nacque a Vicenza il 29 maggio 1866, primo di quattro figli. Fu ordinato sacerdote il 20 novembre 1888. Dal 1889 svolse il suo servizio di parroco a Gallio, in provincia di Vicenza e in diocesi di Padova. Lì si diede alla sua missione pastorale manifestando fin da allora quell’impeto e quell’ardore che saranno le caratteristiche del suo ministero per tutta la vita. Il 1’luglio 1899 don Carlo Liviero fu nominato arciprete di Agna, nella Bassa Padovana. Il 6 gennaio 1910 il papa san Pio X lo nominò vescovo di Città di Castello, dove giunse il 28 giugno. Allora la diocesi di Città di Castello contava 156 parrocchie. Il suo desiderio era quello di incontrarsi con tutta la popolazione, per rivolgere a tutti la sua parola. Si preoccupava della frequenza ai sacramenti, del catechismo, della presenza di associazioni cattoliche, delle condizioni della Chiesa e della dignità del culto. Per rispondere alle esigenze religiose, culturali e sociali della sua gente mons. Liviero mise in atto una serie di iniziative che spaziavano su tutti i campi. Solo un elenco rende l’idea della multiforme attività pastorale che caratterizzò l’azione sociale di mons. Liviero: il settimanale cattolico Voce di popolo che cominciò a uscire neppure un mese dopo il suo arrivo in diocesi; il Bollettino interdiocesano per gli atti ecclesiastici delle diocesi di Gubbio, Sansepolcro e Città di Castello che iniziò le pubblicazioni verso la fine del 1910; l’apertura di una ‘Libreria cattolica’; la fondazione della ‘Scuola tipografica del Sacro Cuore’; la ‘Scuola elementare maschile’; il ‘Pensionato studenti Sacro Cuore’; la ‘Colonia marina Sacro Cuore di Pesaro’; la ‘Sala cinematografica Sant’Egidio’; l”Ospizio Sacro Cuore’ con la fondazione della congregazione religiosa delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore. Mons. Liviero morì nell’ospedale di Fano il 7 luglio 1932, in seguito a un incidente automobilistico.’Il beato Liviero – scrive mons. Ronchi – oggi si presenta a noi come un modello ideale di vita cristiana. Innamorato fin dall’infanzia di Cristo Signore, lo ha seguito con totale dedizione e senso di gioia come cristiano, come sacerdote, come parroco e come vescovo. In ogni stadio della sua vita la fede è stata la caratteristica principale e la sorgente segreta del suo amore straordinario a Dio e all’umanità. Da parroco, e soprattutto da vescovo, egli è entrato nella storia delle nostre popolazioni come padre dei poveri, degli orfani e dei derelitti. Infatti, alla sua poderosa azione religiosa e caritativa il nuovo Beato ha sempre unito – direi fino all’ultimo respiro – numerose opere e iniziative anche di carattere sociale, umanitario e culturale per soccorrere ogni tipo di miseria’. Maestro di spiritualità, ha saputo coltivare una vita interiore di preghiera e di intimità con Dio come fosse un monaco mentre, nel contempo, ha svolto un’attività formidabile, interrotta solo dalle poche ore concesse al riposo notturno. A coronamento e a sostegno delle sue opere caritative, assistenziali e formative ha fondato una nuova Famiglia religiosa, le Piccole Ancelle del Sacro Cuore: un Istituto che si è affermato in Italia, all’estero e in terre di missione. Queste Figlie spirituali del beato Liviero oggi pure si sforzano di rispecchiare e di prolungare nel tempo i carismi del Fondatore, che in qualche modo vorrebbero rendere ancora ‘visibile’.

AUTORE: Francesco Mariucci