Parola, eucarestia e fraternità: gli ‘itinerari di fede’ della parrocchia

Conclusa l'Assemblea ecclesiale diocesana. Le riflessioni e le proposte

Le riflessioni e le proposte emerse dall’assemblea ecclesiale diocesana saranno riprese, durante quest’anno pastorale, nelle varie parrocchie e zone pastorali. Questa la prima indicazione che mons. Franco Sgoluppi ha dato alla fine della due giorni che ha visto una nutrita presenza di sacerdoti e laici della diocesi. I lavori dell’assemblea saranno chiusi dal messaggio che mons. Pellegrino Tomaso Ronchi invierà alla diocesi per la festa dei patroni. Ripercorriamo le linee principali fornite da don Luciano Avenati e Giovanni Carlotti, relatori all’assemblea. Anzitutto la necessità di rilegittimare la parrocchia e di riconfermare il lavoro di tutti coloro che per essa spendono la vita: i vescovi italiani – è stato ribadito – non ritengono che sia giunto il tempo di destrutturare il tessuto parrocchiale. Ancora, la necessità di rivitalizzare la parrocchia secondo tre coordinate: comunione, corresponsabilità e quotidianità. In altre parole la vita della parrocchia non deve fondarsi su iniziative e servizi da fare, quanto su momenti essenziali e qualificanti da vivere quali la Parola, l’Eucaristia e la fraternità. La parrocchia cioè dovrebbe puntare soprattutto a formare dei cristiani maturi, testimoni nel mondo del vangelo, e non a preparare operatori pastorali. Se è vero che il vangelo ha il primato nella vita della Chiesa, allora anche la parrocchia non può considerare la Parola come un semplice mezzo, ma come il fine per cui essa esiste. La parrocchia dovrà dunque offrire degli itinerari di fede che esprimano il primato della Parola su tutto il resto. Da qui le iniziative: centri d’ascolto, lectio divina, e tutto quello che possa essere pensato a livello parrocchiale o, se è il caso, zonale, per “spezzare” la Parola. Un altro fondamento per la parrocchia è l’assemblea eucaristica domenicale. Lì – è stato detto – c’è il Dna profondo ed insostituibile della Chiesa. Alcune proposte: “fare” una liturgia bella, seria, semplice, veicolo del mistero, capace di raccontare le meraviglie del Signore. Le nostre liturgie domenicali dovrebbero essere preparate settimanalmente e sistematicamente, evitando “svendite” e “saldi” di messe. La parrocchia è anche la comunità dove si respira la fraternità: lì si dovrebbero vivere relazioni evangeliche che si traducano concretamente nella sincerità, verità, franchezza, stima e perdono reciproci, amore evangelico. Per arrivare a questo occorre cominciare dal riconoscimento dei ministeri e carismi di tutti, a cominciare da quello del Vescovo e dei presbiteri. La parrocchia è luogo di comunione nel senso che lì ci si confronta, ci si ascolta reciprocamente. La parrocchia fa una scelta di fondo verso gli ultimi, prestando particolare attenzione alla povertà ed ai poveri. Ora a tutti spetta un compito: riflettere e fare scelte concrete per fare delle nostre parrocchie una vera espressione della “Chiesa tra la gente”.Il ruolo portante dell’Azione cattolicaQuale prete nella parrocchia che è stata delineata durante l’assemblea ecclesiale? E quali laici? Quale ruolo possono avere le associazioni e i movimenti? Sono questi alcuni problemi emersi durante la due giorni su cui riflettere nei prossimi mesi. E’ questo il risultato del dibattito che si è avuto in assemblea, nel dopo cena, con i relatori. A proposito dei laici e delle aggregazione laicali Giovanni Carlotti ha ricordato il ruolo che potrebbe svolgere l’Azione cattolica, voluta e recentemente riproposta alla comunità ecclesiale dai vescovi italiani: rispetto ai movimenti, dono di Dio alla Chiesa, che però faticano ad entrare nella comunità ecclesiale, l’azione cattolica potrebbe svolgere un ruolo portante di tutte le altre aggregazioni laicali.

AUTORE: Francesco Mariucci