parrocchia a Petrignano. La missione di Francesco, diacono “filosofo”

Per anni nella vita della Chiesa di Città di Castello e nell'Ac diocesana e regionale. Poi la maturazione vocazionale in parrocchia

Domenica 28 marzo la Chiesa di Città di Castello ha vissuto, con grande partecipazione e gioia, l’ordinazione diaconale di Francesco Mariucci, conferitagli per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del vescovo diocesano, mons. Pellegrino Tomaso Ronchi. Così Francesco ha compiuto il primo, fondamentale, passo verso l’ordinazione presbiterale. Nato nel 1972 a Città di Castello, Francesco ha conseguito la laurea in filosofia all’Università degli studi di Perugia e successivamente, dopo il servizio civile, ha vissuto una significativa esperienza professionale presso il sindacato Cisl. Negli anni di studio e di lavoro, Francesco ha partecipato attivamente alla vita della Chiesa locale, sia a livello parrocchiale (Santa Veronica a La Tina, sua parrocchia d’origine), che diocesano (collaborando attivamente con la Commissione diocesana per le Comunicazioni sociali e la redazione del settimanale “La Voce”). Particolarmente importante è stato il servizio svolto all’interno dell’Azione cattolica, in diocesi (incaricato Acr e poi presidente diocesano) e in Umbria (responsabile settore Acr). Dopo un lungo periodo di discernimento, ha iniziato il cammino di verifica vocazionale e formazione nella comunità propedeutica presso la parrocchia di Petrignano d’Assisi, con la guida di don Luciano Avenati. Questa esperienza è stata determinante nella maturazione vocazionale di Francesco, che ha poi proseguito la sua formazione nel Seminario regionale umbro e ha conseguito il baccalaureato in teologia presso l’Istituto Teologico di Assisi. Nel corso dell’omelia, partendo dalle letture della liturgia, il vescovo si è rivolto a Francesco con queste parole: “Tu sei tra coloro che, non solo nella vita hanno incrociato il loro sguardo con Cristo, ma ti sei innamorato intensamente di Lui offrendo la tua esistenza al suo santo servizio”. “Caro Francesco – ha proseguito mons. Ronchi – proprio in forza del sacramento del diaconato, in forma iniziale, e del sacerdozio, in forma più piena, vieni costituito in uno stato di servizio, non, però, per un giorno, bensì a tempo pieno. In ogni momento della tua esistenza, fino all’ultimo respiro, dovrai sentirti servo di Cristo e in Cristo sarai pure servo di quelli per i quali Lui si è speso fino a versare l’ultima goccia del suo sangue. Gesù, modello di ogni diacono, nell’ultima cena si inchinò per lavare i piedi ai suoi discepoli. Anche tu, sul suo esempio, devi inchinarti per lavare i piedi ai fratelli”. Al termine della liturgia, Francesco ha ringraziato quanti lo hanno fin qui accompagnato nel cammino di fede, ricordando particolarmente i familiari, il Vescovo, i parroci di Santa Veronica, Petrignano d’Assisi, Selci e Trestina – dove Francesco ha prestato servizio negli anni della formazione – e la comunità del Pontificio seminario regionale umbro. Oltre ai familiari e agli amici, erano presenti anche numerosi presbiteri e diaconi, molti seminaristi e parrocchiani delle parrocchie di Petrignano d’Assisi, Selci e Trestina. Un’agape fraterna nei locali del Seminario vescovile ha concluso l’intensa e gioiosa giornata.

AUTORE: Andrea Czortek