Parrocchia: ‘stazione’ missionaria

Convegno missionario regionale: passare da una condizione di 'pastorale dell'ovile' a quella di 'pastorale dei pascoli'

Il convegno missionario regionale, che si è tenuto a Casa del Sacro Cuore a Perugia mercoledì 16 febbraio, aveva per tema Le Pontificie Opere Missionarie per la conversione pastorale delle comunità parrocchiali. Un tema che sta girando per l’Italia (vedi La Voce n. 5, p. 9 La parrocchia si fa missionaria) ed è rivolto a spingere le parrocchie ad interessarsi maggiormente della ‘missione’ che i cristiani hanno ricevuto da Gesù di annunciare il Vangelo ad ogni creatura. Si insiste sulla missione per rinnovare la vita parrocchiale in modo che le nostre comunità siano talmente unite nella fede e nell’amore da divenire un fermento vitale per l’evangelizzazione del mondo. Nell’incontro promosso dall’Ufficio regionale diretto da mons. Antero Gradini Alunni e presieduto dal vescovo di Castello mons. Pellegrino Ronchi (che ha un passato di missionario cappuccino in Asia), ha svolto la relazione don Angelo Sceppacerca, segretario nazionale delle Pontificie Opere missionarie. Don Angelo ha trasmesso, con esempi, aforismi, paradossi e parabole, convinzioni forti partendo dalla constatazione che oggi la maggior parte delle persone sono ‘analfabete’, cristianamente parlando, e quindi totalmente incapaci di trasmettere qualsiasi idea della fede. Il motivo di tale analfabetismo, che significa anche insensibilità e indifferenza per l’argomento religioso, è la continua immersione del cervello nelle futilità comunicate nella società di oggi, sia dalla televisione, sia dalla comunicazione ordinaria delle persone. Per grazia di Dio, ha detto don Angelo, ci sono persone che si dedicano totalmente al Signore e collaborano con lui per la salvezza del mondo e lo fanno in mille modi, con generosità, anche dal letto della malattia con la preghiera e in situazioni di sofferenza e di martirio. A questo punto don Angelo ha parlato della parrocchia: ‘La conversione pastorale della parrocchia è la capacità di reimpostare missionariamente il tessuto delle nostre comunità che sono e devono essere stazioni missionarie e non supermarket religiosi o stazioni di servizio; passare da una condizione di ‘pastorale dell’ovile’ a quella di ‘pastorale dei pascoli”. Ed ha citato il Papa: ‘Quando ero giovane sacerdote ho imparato che la parte migliore di una diocesi sono sempre i confini’. Ed ha commentato: ‘La parrocchia è stazione missionaria quando mantiene il gusto dei confini: luogo dove ci si ferma, ci si raduna e ci si incontra per riprendere il cammino’. Alla ricca relazione di don Angelo, di cui non si può dare un riassunto più ampio, (che sarà possibile reperire presso l’Ufficio missionario regionale) hanno fatto seguito oltre alla introduzione di don Antero, le relazioni di Anna Maria Federico, delegata regionale e di Elisabetta Lomoro, delegata regionale del Movimento giovanile missionario (che ha mandato una relazione scritta perché malata). Dalle loro relazioni si è visto che anche nella nostra regione c’è un movimento di sensibilizzazione in senso missionario e vi sono iniziative missionarie che puntano sulla formazione a partire dai ragazzi della Cresima, incontri con missionari e gesti di condivisione con popolazioni povere, aiuto economico con raccolta di offerte per le missioni e soprattutto iniziative di preghiera. È stato ricordato anche un campo estivo per ragazzi missionari che si svolgerà a Loreto dal 25 al 31 luglio 2005.

AUTORE: E.B.